Kimi, il pilota solitario e dimenticato

Kimi, il pilota solitario e dimenticato

nostro inviato a Monza

Solitario. Come l'unica bandiera finlandese che attraversa la corsia box durante la sessione di autografi del giovedì. Strano inizio per il weekend di Kimi Raikkonen a Monza. I riflettori lo sfiorano, lui non fa nulla per attirarli. Eppure ci ritorna vestito di rosso cinque anni dopo il momentaneo addio al circus, ma è come abbandonato a se stesso, anche oscurato dal tam tam sul futuro di Alonso e Montezemolo. Voci che non lo riguardano anche perché ha già detto che lui si ritira a fine 2015, quando scade il contratto con Maranello. E poi sarà che Monza non è certo la sua preferita anche se detiene il record assoluto di velocità: nel 2005 con la McLaren toccò i 370,1 km/h. Si dice che in questi giorni il primato potrebbe cadere, a Kimi così resterebbero solo tre podi nel Parco, due con la Rossa. Il primo accompagnato da un dolce ricordo: un terzo posto nella stagione in cui vinse il Mondiale con la Rossa. L'ultimo a esserci riuscito, se qualcuno se ne fosse dimenticato.

Eppure Monza è anche lo strano weekend di Kimi. Enigmatico, parla con un filo di voce che quasi fai fatica a sentirlo: «La Ferrari è veloce? Non lo so». Realista quando dice: «Sarà molto dura, ma spero di sbagliarmi». Anche perché la situazione è simile a Spa «dove ci aspettavamo di essere in difficoltà, ma abbiamo scoperto di andare meglio del previsto». Già in Belgio è stata la sua miglior gara stagionale finora, ha chiuso per la prima volta davanti al compagno Alonso e ha sfiorato il podio. Anche se Raikkonen precisa: «La crescita c'era già prima, ma era stata vanificata da un contatto o da qualche piccolo ma fastidioso problema».

Ci si aspetta un finale in crescendo: «Vogliamo avvicinarci al vertice, ma sarà molto difficile». E Monza non aiuta a semplificare le cose: «Difettiamo in velocità di punta, un problema più per la gara, ma la cosa più importante è non avere intoppi».

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