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La lady della neve fa bis. Fede d'argento vivo per una rivincita gigante

Sul podio dopo il bronzo di 4 anni fa. Isolata, pensava al ritiro. "Salva" la Federsci nel caos...

La lady della neve fa bis. Fede d'argento vivo per una rivincita gigante

Sul tabellone del traguardo, i nomi scritti in cinese l'hanno mandata un po' in confusione. Le bandierine colorate accanto a simboli incomprensibili le hanno però dato una mano e Fede non ci ha messo tanto a capire che la luce verde era per lei, e significava medaglia sicura. È d'argento, ma vale come una vittoria, perché in gigante sul podio non saliva da oltre un anno e lo ha fatto, lo ha rifatto, nel giorno più importante. Così, dopo Garmisch 2011, argento mondiale, e PyeongChang 2018, bronzo olimpico, è arrivata la terza medaglia in gigante che vale, mi dicono, anche un record. Nessuno, a 31 anni e 208 giorni, era mai salito sul podio olimpico in questa disciplina.

La cronaca della gara, vinta con 28/100 di vantaggio dalla numero uno della stagione, la svedese Sara Hector, è un susseguirsi di ohhh, fra meraviglia, stupore e paura. Tutti increduli per le uscite di Marta Bassino e Mikaela Shiffrin, alla terza e quinta porta della prima manche. Si resta a bocca aperta anche guardando la brutta copia di Petra Vlhova, finita al 14° posto. E si urla di spavento per le cadute nella seconda manche di Tessa Worley e soprattutto di Nina O'Brien, che si è distrutta una gamba a pochi metri dal traguardo. La tensione sale lassù in partenza, sono passate quasi sei ore dalla prima manche e mantenere la concentrazione non è facile. La sveglia al mattino era suonata alle 5.30, alle 4 del pomeriggio le prime tre di metà gara devono ancora partire. Sono Fede Brignone, la sorpresa austriaca Truppe e la favorita Hector, davanti a tutte fin dalla prima manche. Nella seconda Fede parte con calma. Ci mette una, due, tre curve per trovare gli appoggi sul tratto più ripido della pista. Cerca di capire bene questa strana neve cinese. Infida e traditrice, va accarezzata e non violentata, lo sci deve correre sugli spigoli, mai mettersi di traverso. Ha dovuto affidare i suoi attrezzi a un nuovo skiman, perché Mauro Sbardelotto, il suo fido meccanico da otto stagioni, è ancora in Italia. Proprio Mauro ha scelto il suo sostituto, Brice Bottolier, che lavora con la squadra dei discesisti francesi e che ieri ha vissuto la giornata più lunga e complicata della sua carriera. In pista con Fede all'alba, prima manche del gigante, poi via sull'altro versante per la discesa del suo atleta Maxence Muzaton, 11° al traguardo. Nemmeno il tempo di dirgli bravo e deve tornare al gigante. Sappiamo com'è finita, sappiamo anche che Brice in partenza si è a lungo abbracciato con Davide, il fratello e allenatore di Federica, mentre Sbardelotto dall'Italia soffriva e seguiva i tempi della gara sul telefonino.

Ho risposto a tantissime domande ieri, la più frequente è stata: come ha fatto tua figlia a riprendersi dopo i brutti pensieri della scorsa stagione? La risposta è semplice e la trovate fra le righe qua sopra: Davide e Mauro. Sono loro ad averla aiutata a ritrovare la voglia di sciare e andare forte lavorando in un ambiente più sereno. Fede ha sempre pensato che il modo migliore per togliersi i sassolini dalle scarpe fosse andare forte in pista, facendo parlare il cronometro e ieri era felice di aver regalato la prima medaglia alla sua federazione sport invernali, sotto accusa per una brutta storia di bugie del direttore agonistico Rinaldi, che ha tentato di convincere Marsaglia a lasciare il posto in superG a Casse, simulando un infortunio.

È triste e brutto far polemica in un giorno di festa, ma certe cose non si possono dimenticare, né tacere.

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