Vince il Napoli all'internazionale con quel tocco in più dell'arbitro nel finale. Un rigore, tramutato nell'espulsione di Cuadrado che ha subito il fallo, è stato il segno (l'aiutino) dell'infamia di una bella partita. Napoli passa e Firenze si beve l'amaro della prima sconfitta casalinga. La squadra di Benitez colpisce con cinismo, tutto e subito, continua la corsa sulla Roma e dice che il clan degli spagnoli(e del Real) è in Italia per fare danni e conquistare gloria. Contro l'Ital-Pepito è un classico di questi ultimi anni.
Il bello del Napoli affiora subito, il gioco della Fiorentina è un marchio di qualità: il tanto per godersi la partita. Primo tempo con l'emozione a fil di pelle, Napoli prepotente nel suo gioco veloce, incisivo, efficace. Fiorentina che lascia il palato buono, ma fa intendere di essere più movimentosa e meno determinante quando si tratta di puntare decisi a rete. Il duello fra Pepito e Pipita diventa un refrain a chiamare il gol. Higuain riserva due assist ricamati per mandare in rete prima Callejon e poi Mertens. Con una differenza: quando lo spagnolo colpisce al volo deve ringraziare una sbadataggine della difesa viola, larga e molliccia. Quando, invece, il belga si insinua nell'area avversaria c'è il tanto per regalare lo squarcio di classe, dribbling e via gli ostacoli, prima di incrociare il tiro che rimette la Fiorentina in caccia.
Partita di botta e risposta soltanto calcistico. Il Napoli senza Hamsik e Insigne dimostra che le scelte di Benitez hanno sempre molto sale (in zucca) e molto pepe (in campo). La squadra di Montella, a sua volta, si affida al collaudato volteggiare di Cuadrado, alla forza d'impatto dei centrocampisti centrali e ai guizzi del Pepito che, a differenza del Pipita, si incarica del gol, calciando il rigore concesso per una rudezza difensiva di Fernandez e Maggio nei confronti di Savic. Rete del pareggio momentaneo, subito dopo accompagnato da un palo colpito da Cuadrado e da un'azione devastante di Borja Valero che Reina ha saputo anestetizzare.
Se c'è un difetto, eccolo: entrambe le squadre lo dimostrano in qualche divagazione difensiva. Se c'è un pregio in più, va intuito nella capacità del Napoli di interpretare la partita: non a caso ha già segnato 7 reti nei primi 15 minuti. Poi valgono le scelte di mercato: Callejon è già al quinto gol in 10 partite, Mertens ha inaugurato ieri sera la serie. La Fiorentina ieri sera ha faticato ad innestare subito Rossi. Joaquin, partito più indietro, si è un po' spento nel tempo. Gioco più facile per tutti partendo dalle fasce laterali, per poi andare a tagliare verso il centro area. Molto più faticosa, spesso impossibile se non per linee velocemente e rigidamente verticali, l'idea di sfondare nel mezzo campo. Le cifre del primo tempo evidenziano anche le facce delle squadre: maggior possesso palla per i viola; 8 tiri della Fiorentina, tre in porta, uno in gol, solo tre tiri (in porta) del Napoli ma due in rete. Efficacia contro bel vedere. In sintesi: calcio che onora e si fa onore. E che, nella ripresa, ha cercato di mantenere in quota la partita tra piccoli dubbi (un rimpallo sul braccio di Albiol) e i guizzi di Pepito rimasto solo nella sua sfida dopo 17 minuti, quando Benitez ha richiamato Higuain per Hamsik.
Poi il Napoli ha accentuato ancor di più la sua idea di contropiede letale inserendo Insigne (comunque un po'impreciso e precipitoso) e tenendo più indietro, e più chiuso, il centrocampo. A maggior ragione quando Maggio si è fatto espellere per doppia ammonizione. La Fiorentina ha capito che questo era un segnale di difficoltà e ci ha provato.
Rossi sempre più Pepito e pepato, ma quando ha cavato il tiro, che valeva la rete, Reina ha mostrato la qualità del gattone. Poi quel rigore di Inler su Cuadrado tramutato in simulazione ed espulsione per doppia ammonizione, ha rovinato la faccia agli arbitri, al match. Non al Napoli, che non potrà lamentarsi.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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