Marco Verratti e Andrea Conti: banali. Cristiano Ronaldo: offeso e capriccioso. Alexis Sanchez: esoso. Dani Alves: provocatore. Quattro modi diversi per fare sapere al mondo pallonaro che si intende cambiare aria. Perché alla fin fine ha ragione Marotta quando dice che «se un giocatore vuole andare via, non c'è modo per trattenerlo». Non bastano i contratti in essere, certo che no. E nemmeno i soldi, ché tanto già abbondano nei conti correnti dei protagonisti. Decidono loro, i calciatori con procuratori annessi: giusto o no che sia, così è.
Poi, certo, c'è modo e modo per escogitare la fuga. Il più originale al momento è senza dubbio Dani Alves: istrionico e giocherellone da sempre, deve avere preso malissimo il ko di Cardiff e, forse, la non entusiastica adesione della Juventus alla sua richiesta di un altro biennio in bianconero. E allora, dopo avere suggerito a Dybala di cambiare aria per effettuare un vero salto di qualità, ha criticato la società per la gestione della finale di Champions («il Real ha vinto perché i giocatori hanno avuto le famiglie vicine, le nostre hanno potuto solo andare allo stadio») e, dulcis in fundo, ha postato su Instagram le scarpe usate in occasione di Barcellona-Juve, sfida che nel 2015 diede la coppa ai blaugrana di cui all'epoca difendeva i colori. Provocazione bella e buona, non c'è che dire, anche perché l'averle «ritrovate casualmente, passando per casa» sa tanto di ulteriore sberleffo. Anche se a chi gliel'ha fatto notare il brasiliano ha risposto: «Allora la mia storia è una gaffe? Lasciatemi in pace c...o. Che sensazionalisti queste m...». Però ieri i suoi agenti hanno trattato nella sede della Juve la risoluzione del contratto: il City di Guardiola pare davvero dietro l'angolo, mettiamola così. Per Allegri viene subito buono un concetto espresso a Calcioefinanza: «In passato quando mi sono state annunciate cessioni importanti, sono sempre stato realista ma mai pessimista». E si consola con Douglas Costa a un passo: 40 milioni al Bayern. E Dani Alves a casa del Pep potrebbe trovare poi Alexis Sanchez è vicino all'addio all'Arsenal. Il problema è che i Gunners lo cederebbero volentieri al Bayern Monaco, destinazione però a lui poco gradita: al punto che per scoraggiare i bavaresi si è inventato una richiesta di stipendio da 25 milioni. Non risultano ancora attacchi di riso incontrollato da parte di Ancelotti, ma certo a quelle cifre il Nino Maravilla non giocherà mai in Germania.
Chissà invece dove evoluirà CR7, offeso perché il fisco spagnolo si ritiene in credito con lui a causa di un'evasione di 14,7 milioni. Non sia mai detto: su il mento, capelli sempre a posto e via. Verso lo United, dicono le ultime: è già stata casa sua e ritroverebbe Mourinho, con il quale comunque c'era stato qualche screzio quando il portoghese allenava i blancos. In alternativa, ovviamente, il ricchissimo Psg o la Cina o gli States: chissà. Certo, lo scontato quinto Pallone d'Oro che porterà a casa tra pochi mesi arriverà a corollario di una stagione strana, avendo sì vinto Liga e Champions ma pure dopo avere subìto in qualche occasione i fischi del Bernabeu.
Infine, Verratti e Conti.
I quali hanno intonato il classico non mi presento in ritiro pur di convincere Psg e Atalanta a lasciarli partire, rispettivamente per Barcellona e Milano sponda rossonera. Un evergreen che non passerà mai di moda: probabilmente efficace anche nel calcio 2.0.
- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.