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Dal Lecce al Genoa stessa Juve. Poi si sveglia CR7 su rigore

Signora sbiadita come le nuove maglie e imbrigliata dal Grifone rigenerato da Thiago Motta. Finiscono tutti in 10

Dal Lecce al Genoa stessa Juve. Poi si sveglia CR7 su rigore

La Juventus vede le streghe con una notte d'anticipo soffrendo clamorosamente per novantaquattro minuti. Poi un rigore di Cristiano Ronaldo, fin lì il peggiore, le regala tre punti che la tengono in testa. Ma è una vittoria che non deve ingannare, la Juve attraversa un periodo difficile, certificato dal pareggio di Lecce e dalla prova incolore di ieri sera contro un Genoa davvero bello. Che non fosse serata lo si è capito fin da subito, dalla maglia «speciale». Un omaggio fosforescente con tanto di numeri illeggibili alla cultura skater, di cui non si sentiva il bisogno se non per il fatto che sulla maglia bianconera sono tornate per una notte le storiche strisce anche se in versione sfumata, sbiadita come la squadra ad eccezione di Dybala l'unico all'altezza.

Così vestita la Juve ha provato a partire forte ma ben presto ha capito che la cura Thiago Motta funziona. Genoa trasformato sul piano del gioco, capace di tenere testa alla Signora per oltre un'ora, anzi di farsi preferire per lunghi tratti alla capolista. Partita complicata che la Juventus era riuscita a sbloccare solamente sugli sviluppi di un calcio d'angolo con una testata di Bonucci. Ma come a Lecce la squadra di Sarri è stata incapace di gestire il vantaggio facendosi riprendere dopo pochi minuti. Il gol rocambolesco di Kouamè è l'immagine di una serata storta perché l'attaccante rossoblu incrocia il tiro con il destro ma si tira addosso sulla gamba sinistra e la traiettoria beffarda mette fuori causa Buffon. Il tutto innescato da un errore in uscita della difesa bianconera, con un passaggio in orizzontale di Alex Sandro intercettato dal pressing genoano. Ma è la conseguenza dell'atteggiamento offensivo del Genoa guidato da Thiago Motta in panchina e da Pandev in campo, passato Inter, gente da triplete, per tenere in apprensione i bianconeri, affidando la regia a Schone che da queste parti in aprile con l'Ajax aveva già fatto girare la testa alla Signora. A un certo punto i bianconeri giravano a vuoto davanti al possesso palla del Genoa. Pesante l'assenza di Pjanic, ma anche quella di Higuain perché senza il Pipita non c'è presenza in area.

E solo l'espulsione esagerata di Cassata (scuola Juve), il secondo giallo è di una severità inaccettabile, ha ridato il pallino del gioco a Sarri confuso più che mai, che a quel punto ha rifatto la mediana con Rabiot e Ramsey al posto di Khedira e Matuidi, ottenendo poco o nulla dai nuovi entrati, addirittura espulso nel finale l'ex Psg. Prima del finale non era stata neanche la notte di Cristiano Ronaldo, dopo aver riposato a Lecce, mai in partita con tanto di gol letteralmente mangiato. Poi il sussulto nel recupero innescato dalla rete annullata dal var per fuorigioco. Ma nell'incredibile finale CR7 si procura negli ultimi secondi il rigore che trasforma in maniera perfetta, con una sicurezza da marziano che non lascia scampo al Genoa che avrebbe meritato ben altro e che per quanto fatto vedere meritava di uscire dall'Allianz Stadium almeno con un punto.

Solo il pokerissimo di Cristiano Ronaldo, per la prima volta cinque gol di fila in casa, salva una Signora più strega che vecchia.

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