Lega Pro e Serie B, il presidente del Renate: "Ben venga la riforma del calcio"

Il mondo del calcio italiano si avvia verso un cambiamento radicale, con la creazione di una Serie B a quaranta squadre divise in due gironi e una C sempre a sessanta club ma non più professionistica. L’intervista al presidente del Renate Luigi Spreafico

Lega Pro e Serie B, il presidente del Renate: "Ben venga la riforma del calcio"

L’anno scorso ha rischiato la retrocessione nei dilettanti, quest’anno ha fatto una grande stagione nel girone A della Lega Pro: terzo posto prima dello stop imposta dal Covid. Ora il Renate allenato da Aimo Diana sogna la B. Già, perché la riforma al vaglio della Figc che vorrebbe ridisegnare il mondo del pallone tricolore punta ad allargare laB a quaranta quadre (divise in due gironi), facendo salire i primi sei o sette club dei tre gironi di C. Una riforma del calcio che non piace a tutte le squadre e al presidente Francesco Ghirelli, ma che regalerebbe un sogno al paese della Brianza e al presidente delle pantere. "Saremmo molto fortunati e sarei la persona più felice del mondo", racconta a ilGiornale.it il numero uno dei nerazzurri Luigi Spreafico.

Presidente, cosa ne pensa di questa riforma che andrebbe a ridisegnare il calcio italiano?
"Sinceramente parlando, la Serie C attuale a me va bene. Però è vera una cosa, come dicono altri presidenti e gli addetti ai lavori: la Lega Pro a 60 squadre ha costi molto elevati, che portano a problemi economici alla categoria. Personalmente, la mia squadra di problemi non ne ha mai avuti. Comunque, se effettivamente per il mondo sportivo la C professionistica a 60 non è più sostenibile, allora ben venga questa drastica riforma, che va anche a creare due gironi di Serie B da venti club l’uno. Noi la accettiamo volentieri"

Nessun dubbio? Se non sbaglio, lei non è convintissimo dell’assenza di retrocessioni nel progetto di riforma…
"Non sbaglia, è esatto. All’interno della nostra Lega c’è il piano, non so per quale motivo, di bloccare delle retrocessioni. E per me non esistono promozioni se non esistono le retrocessioni. Per cui, dico, se non faccio retrocedere, non faccio promuovere nessuno: blocco il campionato così com’è, faccio finto che per un anno non si è giocato e riparto l’anno prossimo. Quindi, se sono previste le promozioni – com’è stato delineato – allora ci devono essere anche le retrocessioni, per correttezza verso tutti. La Serie B, infatti, ha adottato questa linea"

Lo ha anticipato all’inizio: non è un mistero che la C faccia economicamente fatica e che ogni anno si registrino purtroppo diversi fallimenti. Perché?
"Tolto l’ovvio discorso sulla Serie A, la Lega Pro non può neanche avere la visibilità che ha la Serie B; a tal proposito, peraltro, l’eventuale futura Serie B godrebbe di sicuri vantaggi a livello di introiti da diritti televisivi. Ciò detto, tornando a bomba sulla C, le risorse che la Lega e la Figc mettono a disposizione delle squadre non sono molto alte. Però, attenzione: io faccio il presidente di una squadra di Lega Pro e lo faccio per hobby, non per guadagnare soldi. E gli hobby costano!"

Ecco, il progetto di riforma, andando a declassare e detassare i club – sollevandoli dagli oneri che gravano sulle realtà professionistiche – darebbe una mano alle società del calcio più in sofferenza e con meno risorse. Utile, no?
"Per le società in sofferenza sì, ma non sono così convinto che in questo modo si risolva il problema. Nel senso: secondo me ci saranno sempre e comunque realtà che arrancano, perché tante società e tanti presidenti vogliono spendere più di quanto possono. Questo è il vero problema. Se si fa il budget da un milione poi non è che posso spenderne quattro: è ovvio che così si fanno i buchi…"

Certo. Così come è certo che se la riforma andasse in porto, nella nuova B a 40 ci sarebbe anche il suo Renate…
"Ecco, non posso certo nascondere che la cosa mi vada benissimo: anzi, sarei la persona più felice del mondo! Per creare il secondo girone di B a 20 girone il piano è quello di far salire le prime 6/7 dalle classifiche cristallizzate degli attuali tre gironi di C, e noi siamo terzi…"

Come vede questa nuova B?
"Come un campionato avvincente, molto più avvincete, e ovviamente più prestigioso della C per forza di cose: è la categoria sotto la A, raccoglie tutt’Italia e non è giocato su tre gironi territoriali (Nord, Centro e Sud) come la Lega Pro attuale"

L’anno scorso vi siete salvati alla fine del campionato, quest’anno avete fatto una grande stagione e ora la B è davvero vicina. Mi risponderà di "sì" ma glielo chiedo lo stesso: se lo aspettava?
"Siamo una società piccola, ma solida. Abbiamo avuto le nostre difficoltà, come succede in ogni famiglia e azienda. Quest’anno siamo stati bravi e anche fortunati, ma le cose vanno per il verso giusto e funzionano quando c’è programmazione. Quando uno ha un hobby sogna, anche in grande, per cui ci aveva fatto un pensierino. Certo, non avrei pensato che potesse arrivare una promozione (eventuale) a causa di una situazione del genere: in caso, saremmo fortunati. Fosse successo l’anno scorso che eravamo quart’ultimi…"

Per una realtà come il Renate, cosa significherebbe l’approdo in B?
"Una soddisfazione immensa per me, per tutto lo staff e per tutto il paese.

Porteremmo con orgoglio l’esempio di come una società piccola ma virtuosa nella programmazione possa ottenere grandi risultati nel mondo del calcio. E guardi che ne abbiamo già ottenuti: abbiamo portato più di un calciatore in A, come Ferrari, Gavazzi e Turati".

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