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L'esodo da Juve e Inter trasforma la Lazio nella squadra da battere

Lotito (con De Laurentiis) ha impedito ai giocatoridi partire. Non le rivali. E ora il nodo quarantene

L'esodo da Juve e Inter trasforma la Lazio nella squadra da battere

La Uefa si è espressa, la Serie A si muove di conseguenza. Anche se con parecchio malcontento. Il calcio sta pensando alla fase due della crisi sanitaria, quella della convivenza con il Coronavirus. Nell'assemblea straordinaria di Lega che si terrà oggi alle 12 (ovviamente in videoconferenza) si discuterà con l'Assocalciatori degli stipendi dei professionisti e si cercheranno, calendario alla mano, soluzioni per la ripresa. Questo anche per rispondere alla Uefa che spinge con forza affinché si torni a giocare. La frangia capitanata dai presidenti di Lazio e Napoli, Claudio Lotito e Aurelio De Laurentiis, spinge da tempo affinché le squadre abbiano il permesso di ricominciare, seppur gradualmente, ad allenarsi già per la metà del mese in corso. Un vantaggio non da poco, soprattutto per la Lazio, in piena corsa per lo scudetto, visto che a differenza di Inter e Juventus, che hanno permesso ai propri giocatori di lasciare il Paese, i biancocelesti hanno tenuto tutti a Roma. Non ci sarà bisogno dunque di quarantene preventive e i laziali potrebbero riprendere immediatamente a far lavorare i calciatori in piccoli gruppi, raggiungendo prima una condizione atletica migliore rispetto agli avversari.

«L'errore è di Juventus e Inter che non avrebbero dovuto permettere ai giocatori di lasciare il Paese afferma Pino Wilson, capitano della Lazio scudettata del 1974 . Per la squadra di Inzaghi può essere un vantaggio avere subito tutti a disposizione, ma lo vedo più come un autogol di Inter e Juventus». Proprio a tal proposito, nell'assemblea di oggi, verrà consigliato ai vari club di cominciare a far rientrare i calciatori in Italia. Il piano è quello di dare a ogni club almeno 3-4 settimane di tempo per ritrovare la forma fisica prima di riprendere il campionato (verosimilmente non prima di fine maggio). «Il campionato deve riprendere solo quando il pericolo di contagio sarà pari a zero. Non si deve essere in prossimità dello zero, non si devono proprio correre rischi spiega Marcello Lippi, che in passato ha allenato sia Juventus che Inter . Per il resto la sosta è stata talmente lunga e inaspettata che è impossibile stabilire chi avrà realmente un vantaggio dalla situazione. Più che altro bisognerà capire chi ha subito il danno meno grande. Saranno, nel caso in cui si riprendesse, dodici giornate di campionato molto, molto particolari».

La Lazio, effettivamente, perde il vantaggio (secondo qualcuno perfino studiato a tavolino...) di esser uscita dalle competizioni internazionali. Le coppe europee dovrebbero infatti riprendere solo al termine dei vari campionati, motivo per il quale i biancocelesti non avranno più un numero maggiore di giorni rispetto alle contendenti per preparare le singole partite di campionato come era invece fino alla sospensione della Serie A. Il campionato, insomma, può regalare ancora grandi sorprese. Pur riprendendo tra il malcontento.

E spinto dalla Uefa.

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