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"L'Europa unita vince". Se lo sport più nobile indica la strada a tutti

È la frase del presidente Chimenti. La Ryder è nostra, Usa sconfitti 16,5-11,5. Un successo l'edizione italiana

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«Amazing» («sorprendente»), urlano i tifosi del nostro continente. La Ryder Cup è dell'Europa: alle 17.03 di ieri è arrivato il lieto fine di un viaggio iniziato a fine 2015 quando l'Italia e il Marco Simone Golf & Country Club, circolo della famiglia Biagiotti, si aggiudicarono l'edizione 2023 della più prestigiosa competizione internazionale di golf.

Vince l'Europa per 16,5 a 11,5, «un'Europa unita», sottolineerà il presidente della Federgolf Chimenti. Perchè se l'unione economica non può più contare sugli inglesi che hanno scelto la Brexit, nella Ryder l'apporto d'Oltremanica è stato fondamentale. Vince il nostro paese con un allestimento perfetto del terzo evento sportivo mondiale. Vincono i nostri due vicecapitani, Edoardo e Francesco Molinari, saliti sul podio della premiazione con il tricolore. Insomma, l'Italia sul tetto del mondo in uno sport che da noi fatica ad entrare nei favori della gente. «Orgogliosi del grande successo di Roma e del sistema Italia», così il ministro degli Esteri Tajani. A Guidonia si sono vissuti giorni intensi, con oltre 300mila persone - il 90 per cento estere - (ieri anche il principe Alberto di Monaco) che hanno riempito gli spazi del Marco Simone.

Nel weekend di gare 30 ore trascorse sul green e sulle 18 buche del percorso. Il riassunto è in tanti fotogrammi: le lacrime del numero 1 del ranking, lo statunitense Schuffeler, «umiliato» dal rookie svedese Aberg che lo ha sconfitto in coppia con Hovland già alla buca 11, cosa mai accaduta in 96 anni di Ryder; l'entusiasmo dello spagnolo Rahm, capace di pareggiare due sfide all'ultimo colpo, due mezzi punti fondamentali per il successo; il drive alla buca 16 dell'esperto inglese Fleetwood - già decisivo nell'edizione di Parigi 2018 con il nostro Molinari - che sigla lo 0,5 della vittoria; l'intramontabile nordirlandese McIlroy, 4 successi personali (Molinari era arrivato a 5) e nel momento del trionfo «seppellisce» l'ascia di guerra ricevendo l'abbraccio di Cantlay con cui aveva polemizzato per una sua esultanza provocatoria e un'«invasione» sgradita nello spazio di battuta. Le lacrime di McIlroy completano il quadretto da «terzo tempo» del rugby. «Complimenti ai vincitori europei, la sconfitta è mia responsabilità, ho fatto scelte sbagliate», così il capitano degli Usa, che in Europa non vincono dal 1993, Zach Johnson. Non c'era un montepremi in palio, come nei Major, ma solo la gloria e il trofeo. E alla fine ha prevalso lo spirito di squadra degli europei. «Dodici gladiatori e golfisti di alto livello che hanno voluto fare quest'esperienza insieme, creato il clima giusto per vincere. E un grazie all'energia dei tifosi», ha detto il coach Luke Donald che ha alzato il trofeo attorniato dai suoi campioni.

Spettacolo indimenticabile, ma ora arriva il bello. Ovvero l'eredità, difficile, da raccogliere per far crescere il movimento golfistico in Italia.

Perchè l'esperienza del Marco Simone non rimanga isolata.

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