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L'Honda dei motori tradita a calci e parole È l'anno del disonore

Dal caso Rossi-Marquez al duro sfogo di Alonso nel Gp di casa Sfiorati dall'idea di non correre, ora dicono: "1° e 2° a Valencia"

L'Honda dei motori tradita a calci e parole È l'anno del disonore

Dio fece il mondo in sette giorni compreso uno di riposo. La Honda ne ha impiegati otto per dire ufficialmente che cosa ne pensi del Rossi-Marquez gate. Il momento tanto atteso è arrivato ieri mattina, per mezzo di un comunicato-intervista a Shuhei Nakamoto, vice presidente di Honda Corse, la mitica HRC. In soldoni: Honda ha intervistato Honda. Il che non è meraviglioso, ma fa capire quanto il colosso nipponico abbia accusato il colpo. Otto giorni a pensare e calibrare domande e risposte, otto giorni a recuperare dati, precedenti, a sezionare crono e telemetrie. Otto giorni anche a stropicciarsi gli occhi a mandorla, increduli al pensiero di questo loro annus horribilis. Inaspettatamente sotto attacco nel motomondiale per questioni di onore. E disonorati in Formula uno. La cosa peggiore per un giapponese. Il peggio per un colosso giapponese.

Insopportabile infatti vedere il proprio pilota, Marc Marquez, fin lì vanto e gioiello, all'improvviso accusato di giocare sporco e al centro di una disonorevole polemica mondiale. Anche perché l'epicentro del terremoto è inaspettatamente la loro isola preferita: il motomondiale. Da sempre terra fertile di soddisfazioni e capace pure quest'anno di offrire sette successi. Nakamoto nell'auto-intervista ha detto molto. «Marc corre sempre per dare il massimo, Marc è un campione leale, Marc superando Lorenzo in Australia gli ha tolto 5 punti e si vede chiaramente a fine gara Rossi stringergli la mano. E a Sepang basta osservare i tempi tirati: spingevano entrambi, tempi che poi Rossi ha mantenuto una volta rimasto solo». Ancora: «C'erano prove sufficienti per dare la penalità già in gara... Dai nostri dati, e sono disponibili per tutti, dopo la manovra di Rossi si nota un'anomala pressione sul freno anteriore di Marc, che riteniamo conseguenza del calcio di Valentino... Rossi è un grandissimo campione, onore per quel che sta facendo a 36 anni, per questo ci aspettiamo che riconosca di aver sbagliato». Infine la stoccata: «A chi sostiene (anche Valentino, ndr) che non si debba intralciare chi è in lotta per il titolo, faccio notare che nessuno si è lamentato per la battaglia di Pedrosa con Rossi ad Aragon o ha accusato Iannone per Phillip Island... E dovremmo guardare a Motegi 2010, quando Valentino, pur essendo fuori dai giochi iridati, lottò in modo troppo aggressivo contro Lorenzo. A fine gara, quando Jorge si lamentò, Rossi disse “ho chiesto alla Yamaha che cosa si aspettano da me? Di arrivare dietro? Perché allora me ne starei a casa...”. Ecco, noi siamo totalmente d'accordo con lui». Una chiosa, quest'ultima, inusuale per un giapponese. Segno che la Honda ritiene la misura ormai colma.

Nessuno a Tokio, sede del colosso, ricorda un anno così. Domenica sera a Mexico City Fernando Alondo e la McLaren Honda si sono ritirati dopo un giro. Un altro ko dopo infiniti ko. Già, la F1. Se il motomondo era l'isola paradisiaca, il Circus doveva rappresentare la terra promessa dove ritornare. È diventato un inferno. E anche lì sono state le parole a far male più delle figuracce in pista. Parole a tradimento di Alonso. Per di più durante il Gp del Giappone. Per di più a Suzuka, circuito di proprietà della Honda. Per di più davanti a un pubblico in gran parte composto di dipendenti Honda. È successo quando Fernando ha detto «mi passano in rettilineo come se fossi una GP2. È imbarazzante».

Ecco perché non è difficile credere all'indiscrezione che nei giorni scorsi in Honda avessero davvero pensato a non prendere parte al Gp di Valencia, come a dire, noi sleali?, e allora correte da soli. Difficile, certo, non si può per contratto saltare Gp, ma si può sempre tornare ai box dopo un paio di giri con chissà quali problemi tecnici. In fondo non è diventato il motomondiale dei sospetti? Ma tant'è, gli appassionati, quelli veri e quelli dell'ultima ora, possono stare tranquilli: la Honda ci sarà. Di più. «Vogliamo fare primo e secondo» ha detto Nakamoto «perché è un risultato che non influenza la battaglia per il titolo». Potete credergli. Ci ha messo otto giorni per decidere e non cambierà idea.

Questione di onore.

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