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L'integrazione sbagliata di Skriniar che bestemmia

Nel calcio vanno di moda i cattolici del dissenso (leggi bestemmiatori). Ieri il giudice sportivo ha punito Milan Skriniar per tre giornate causa doppia ammonizione, insulti e bestemmia. Certo, leggi Milan pensi Diavolo e tutto torna.

L'integrazione sbagliata di Skriniar che bestemmia

Nel calcio vanno di moda i cattolici del dissenso (leggi bestemmiatori). Ieri il giudice sportivo ha punito Milan Skriniar per tre giornate causa doppia ammonizione, insulti e bestemmia. Certo, leggi Milan pensi Diavolo e tutto torna. Ma le bestemmie sono volate, di questi tempi, anche dalla lingua di Caceres e Iachini. Sebben l'evangelico Nicola Legrottaglie ci insegni che questo è un problema di tutta la società, non solo dei calciatori. Vero. Peccato che, ogni tanto, qualche viziaccio in meno potrebbero permetterselo anche i giocatori. E che, nell'ovatta degli stadi chiusi, la bestemmia rimbomba alle orecchie dei cattolici non dissenzienti quanto lo scoppio di una bomba. Va aggiunto: e per fortuna le norme del calcio qui non accettano deroghe. Vien insegnato fin dai campi dell'oratorio quanto la regola voglia contare. Peccato che neppure un arbitro prete riesca a redimere i peccatori. Lo ha raccontato Don Jordan Coraglia del Csi del comitato di Brescia. «Sono frasi che escono più per vizio. Quando li sento distintamente, durante una partita, li caccio. Altre volte, se la colgo di sfuggita, prometto: alla prossima sei fuori». «Ma la bestemmia - spiega - sfugge con tale naturalezza che, quando accuso: Hai bestemmiato. Replicano: Impossibile, perché io non le dico». Gli stadi chiusi non agevolano i calciatori nel nascondere il vizio e Skriniar ha aggiunto un ingenuo sfoggio di poliglottismo. L'esser poliglotta è un pregio, ma stavolta per l'Inter ed i suoi tifosi risulterà un difetto. A sua volta la religione non fa distinguo di lingua, certamente di linguaggio. Insomma qualcuno penserà: se avesse bestemmiato in slovacco probabilmente l'arbitro non avrebbe capito. Invece nella nostra lingua, ma pure in inglese, non puoi sfuggire al solerte orecchio arbitrale. Peccato! Perché tutti noi apprezzeremmo uno Skriniar che sappia parlare un italiano sufficientemente forbito. Ma la consuetudine narra che lo straniero, i giocatori ne sono professori, apprezza più facilmente il peggio del nostro linguaggio. Come dire: c'è integrazione e integrazione. E questa è sufficientemente reale, vera e veritiera.

Ma anche sbagliata.

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