Napoli imbattuto in casa, Inter imbattuta in trasferta, un risultato di parità sarebbe una delusione ciclopica, tutto questo parlare delle due diverse filosofie di gioco senza ricevere un verdetto.Sarri ha detto che non legge i giornali, è una moda diffusa, e lo ha ripetuto anche Mancini ad Appiano. Però Sarri dice che le dichiarazioni di Felipe Melo, uscite a mezzo stampa, lo hanno messo di cattivo umore, non tanto per le minacce del brasiliano rivolte a Higuain, definite solo una battuta, quanto per lo spazio che hanno ricevuto sui quotidiani, molto più dell'impresa del suo Napoli in Europa league. Benvenuto al club. Mancini invece ha detto che non è preoccupato di tutto quanto si dice sulla sua Inter: «Gioca male? Non lo so, è tutto molto soggettivo. E poi io non leggo i giornali».Il tema però è stato sviluppato e Sarri ha difeso il collega: «Dico che l'Inter ha un gioco che riflette le caratteristiche dei suoi giocatori e se è prima in classifica significa che lo fa bene. Noi conosciamo una strada tattica precisa, la stiamo percorrendo e continueremo a farlo». Al Mancio hanno chiesto se sarà qualità contro forza e lui ha risposto con un mezzo sorriso: «Mah... però anche nell'Inter c'è un po' di qualità, forse siamo un po' diversi dal Napoli ma possiamo migliorare. Cosa faremo? Abbiamo preparato un mucchio di cose, poi vediamo se loro ce le lasceranno fare».Non si riesce a tracciare un confine preciso, magari la soluzione è nei due centravanti, Higuain confida che Sarri lo ha cambiato, Icardi non ha bisogno di far notare che Mancini lo ha messo in panchina: «É un confronto improponibile - ha commentato Mancini -. Higuain ha giocato in una delle squadre più forti del mondo, Mauro sta facendo un percorso che può anche passare da momenti difficili. E poi ci sono dieci anni di differenza». Higuain ha risposto che si sente ancora giovane e può migliorare: «Ma avere 22 anni come Icardi e portare la fascia di capitano non è una cosa da tutti». Avranno una presenza importante, non è certissima una maglia per Icardi ma, contrariamente all'opinione comune, con Jovetic e Ljajic ha fatto vedere belle cose, triangoli stretti al limite dell'area, veli, assist. Maurito ha bisogno di giocare e segnare e poi anche certe frasi («Per quest'anno io da qui non mi muovo»), prenderanno un altro significato. I tifosi si sono chiesti se non bastava dire che non si muove senza aggiungere per quest'anno. L'Inter ha risposto che è stato solo un modo di dire, ma lasciarlo fuori contro il Napoli, dopo aver saltato la Roma, potrebbe essere un altro segnale. Mancini non si è agitato: «Tredici formazioni diverse in tredici giornate? Se non hai a disposizione undici fenomeni che bloccano la squadra, è normale». Anche Sarri ha trascorso una vigilia normale, come l'ha definita, Castelvolturno, lavoro atletico, seduta tecnica, metterà in campo tutti i titolari, ha una formazione e uno schema bloccati, il Mancio si infilerà negli angoli invisibili e si adatterà alle circostanze, l'Inter non segna mai prima della mezz'ora, o giù di lì, un altro segnale del suo primato, parte lenta, segna nei finali di tempo, non dà riferimenti. Il Napoli in casa picchia forte, 14 gol, cinque vittorie su sei, otto dei dieci gol Higuain li ha segnati al San Paolo: «Quando i tifosi sono con noi diventiamo ancora più forti. Noi abbiamo bisogno di loro». L'Inter in trasferta ne ha vinte 4 su 6 e ha preso solo tre gol. Non gli conviene aspettare il Napoli, deve giocarsela, la Lazio, mentre lo aspettava, ne ha prese 5. San Paolo blindato, cani antiesplosivo, cancelli aperti alle 16,30, prove di evacuazione.
Per Mancini invece prove di fuga, manca poco e si saprà: «Ancora con l'Inter che gioca male? - ha detto Sarri -. Lo dicono gli opinionisti? Ma gli opinionisti possono cambiare opinione dall'oggi al domani». Come dargli torto.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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