Non benissimo in Europa League. Festeggia solo Benitez che si coccola Gonzalo Higuain, 86 presenze e 47 reti da quando veste la maglia del Napoli, tumulato il ricordo del Matador Cavani. Ma siccome siamo degli inguaribili, ecco che siamo riusciti a rovesciare anche la notte del San Paolo: vedrai che concorrenza per il Pipita a giugno, sarà obiettivo di mezza Premier.
Si potrebbe fare un salto da Montella, o Garcia, o Ventura, per finire con Mancini, per scoprire che vorrebbero tutti avere questa preoccupazione e Higuain centravanti. Roma e Fiorentina restano al 50 per cento, il ritorno per il Toro sarà complicato, per l'Inter l'ago della stagione perché ci siamo sentiti dire fino allo svenimento che l'Europa League era la madre di tutto e a Wolfsburg non s'è capito.
La Wolkswagen ha deciso di non fare più il Maggiolino, una virata storica, quella che si aspettavano anche i tifosi dell'Inter e questa volta sul banco c'è finito anche il Mancio con quella ostinata idea di far partire l'azione da dietro. Ha chiesto incessantemente di non arretrare, ma la squadra non è riuscita ad ubbidirgli, brutto sintomo, pare sia retaggio della vecchia panchina, sarebbe peggio: «Abbiamo iniziato bene poi abbiamo regalato tre gol e questo non lo posso accettare». Ma c'ha messo del suo: «Stavamo subendo sulle fasce, non è stato un errore cambiare modulo anche se abbiamo sbagliato subito e preso il gol». Adesso però qualcuno si aspetta di vederlo su di giri mentre tira qualche sciabolata: «Carrizo? Ha sempre giocato bene, non è colpa sua questa sconfitta». Alla vigilia aveva rincuorato Juan Jesus. Difende i singoli e la squadra, in realtà difende le sue idee, la strada è lunga, l'Inter dovrà passare ancora da altre partite come questa.... Già sentito.
Fredy Guarin, il giocatore simbolo, si è inabissato, Palacio è finito nelle sabbie mobili sul più bello, Juan Jesus si è perso Naldo. Carrizo, censurabile la sua uscita dal campo con quel mezzo sorriso, ha pesanti colpe su tutti i gol, sul primo gli si piegano le dita, sul secondo fa l'assist, nel terzo si nasconde dietro la barriera. Shaqiri e Santon dopo un inizio folgorante adesso sono due normali. Non lo diciamo noi, l'ha detto il campo.
Il Mancio si è fatto sentire, forse è troppo scaricare su qualcuno dei suoi che non regge un calcio di livello, ma l'acquisto di Jeison Murillo, centrale colombiano, e la corte al francese Thomas Heurtaux, anche lui centrale, sono segnali. Come Mattia Perin, trattativa ben avviata in quanto Samir Handanovic ha elegantemente declinato ogni rinnovo. In 20 gare con il Mancio, l'Inter ha preso gol 15 volte per 27 reti, è naturale che sia il reparto arretrato quello sul quale affondare le mani, anche se fosse provato che il resto della squadra non aiuta. Di positivo c'è l'ottimismo che a giro d'orologio ha contagiato tutti. Santon: «Rammaricati ma c'è il ritorno».
Shaqiri: «Imparare dagli errori di Wolfsburg, andiamo avanti». Brozovic: «Vinceremo la Coppa». Ranocchia: «Abbiamo ancora 90'».L'Inter ci ha fatto vedere di meglio e anche rimonte libidinose, comunque tranquilli, a San Siro il ritorno con i tedeschi lo gioca Carrizo.
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