Da Berlino alla Cina. Sei anni dopo il trionfo mondiale e dopo aver abbandonato lidea di tornare a guidare una nazionale (Ucraina, Emirati e Qatar lo avevano contattato nei mesi scrosi), lex ct azzurro Marcello Lippi è sbarcato a Guangzhou. Colpito dallentusiasmo che circonda la squadra di uno dei più grandi gruppi immobiliari del paese. «Porto lItalia e la professionalità italiana nel centro del mondo», così lallenatore viareggino. Che si dice «estremamente soddisfatto» del contratto di due anni e mezzo, ma evita le domande sul compenso faraonico (11 milioni a stagione). «Non mi piace parlare di soldi, spero comunque di andare anche oltre la scadenza dellaccordo», dice Lippi.
I primi contatti dieci mesi fa. «E ho subito capito quanto entusiasmo e determinazione ci fossero nella dirigenza ad avermi come allenatore - sottolinea lallenatore toscano -. Ho cominciato a seguire la squadra, ho visto tutte le partite, sia quelle della Superleague cinese che quelle della Champions League asiatica. Ho imparato a conoscere tutti i giocatori, prima i numeri e poi i nomi. Mi è piaciuto lo spirito della squadra e il sostegno che ha dai tifosi, che la seguono in massa in casa e nelle trasferte».
Il suo compito non sarà facile: il suo predecessore, il sudcoreano Lee Jang-soo aveva portato la squadra a vincere la Superleague (il campionato cinese). «Lambizione della dirigenza è di portare la squadra ad un alto livello internazionale e questo richiederà un grande impegno», ha concluso Lippi, che guiderà il gruppo nella Champions asiatica e che potrebbe portare in Cina niente meno che Drogba.
Magari livoriano sarà fresco vincitore della Champions, che non servirà a Di Matteo per la conferma sulla panchina del Chelsea. Destinata a Fabio Capello, avvistato a Londra nei giorni scorsi e non certo per salutare vecchi amici. Lex ct dei Tre Leoni attende una chiamata di Abramovich, qualcuno dice già lunedì.
Chi invece ha già annunciato laddio - e non è una sorpresa - è un vecchio amico di Don Fabio, quellEdy Reja che ai tempi della Spal era suo compagno di stanza. Lascia la Lazio (che fa la corte anche Di Matteo) dopo due anni e mezzo e lo fa in maniera polemica: «Questo di Roma è un ambiente negativo, da tutte e due le parti.
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