L'Ital-Inter e Icardi allo scontro finale

Zhang: sei fuori dal progetto. L'ex capitano: resto. La Juve? Solo per Dybala o 70 milioni

L'Ital-Inter e Icardi allo scontro finale

Un'Inter sempre più nazionale (4 italiani titolari al debutto, 7 complessivamente in campo nell'arco dei 90 minuti) e meno pazza, come due mesi fa auspicava il suo nuovo allenatore. Antonio Conte è boss a tutto tondo della squadra, forse addirittura al punto da bandire la storica Amala dalla colonna sonora di San Siro. L'inno che esaltava la pazza Inter (già al centro di controversie legali con Rosita Celentano) ha infatti lasciato definitivamente il posto a C'è solo l'Inter, in cui si omaggia il ricordo del grande avvocato Prisco. Questo, ci tengono a dire dalla sede del club, non per volere di Conte, ma per scelta della società. Dettagli, soprattutto all'indomani di un debutto che più felice non poteva essere. Non fosse per il caso Icardi, l'Inter potrebbe dire di vivere il momento più sereno della sua storia recente. Invece la grana con l'ex capitano è più spinosa che mai.

Dopo aver risposto e chiarito in diretta tv che nessuno all'Inter ha mai detto a Icardi di rifiutare i trasferimenti per rientrare nelle grazie di Conte, ieri Marotta ha preteso che fosse il giovane Zhang a dirlo direttamente in faccia al centravanti e gli ha chiesto di salire con lui ad Appiano Gentile. Detto fatto ed ecco servito a Icardi l'ennesimo boccone amaro dell'estate: qui per te non c'è posto, quindi cerchiamo di trovare una soluzione. Più specificatamente gli è stato chiarito che ci sono solo 3 scenari possibili. 1) accetta l'offerta di chi ti ha richiesto (il Napoli e nessun altro); 2) se vuoi andare alla Juventus, fai in modo che la Juventus ci dia quanto chiediamo (Dybala alla pari o 70/80 milioni in contanti, Mandzukic possono tenerselo); 3) alternative non ce ne sono: resti ad allenarti ad Appiano, ma non giochi.

Parole scolpite nella pietra, molto dure da digerire, che Icardi deve metabolizzare in fretta ma ha già ribadito la sua intenzione di restare. Il mercato chiude lunedì e trattative come quelle necessarie al suo trasferimento non si concretano in poche ore. Parole che il giocatore dividerà con Wanda e chi li consiglia (sì, perché c'è chi li consiglia), ma anche parole che continuano a non spiegare come e perché l'Inter abbia deciso che quello che fino a 6 mesi fa era il suo giocatore più importante e decisivo sia all'improvviso diventato un peso. Dimenticato lunedì sera a San Siro (nessun coro o striscione, nemmeno ostile), Icardi è destinato a esserlo definitivamente solo se le cose andranno sempre bene, perché anche non amandolo ci sarà sempre qualcuno che ricorderà i 124 gol in 6 anni segnati dall'argentino, quando Lukaku, Martinez o l'arrivante Sanchez faranno cilecca. A proposito di arrivi: definito con la Fiorentina lo scambio di prestiti Dalbert-Biraghi. L'ex ragazzo della inetina si giocherà il posto con il ritrovato Asamoah. Per un'Inter ancora di più nazionale.

Domenica a Cagliari non ci

sarà De Vrij, fermatosi nel riscaldamento pre Lecce. Vittima lo scorso anno della pubalgia, l'olandese è un soggetto a rischio. Buon per Conte che nel frattempo sia quasi pronto Godin, probabilmente convocato per Cagliari.

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