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L'italoungherese: «Ho fatto tantissimi sacrifici Questa medaglia la dedico solo a me stessa»

Unica. Non ci sono altre parole per definire Noemi Batki, medaglia d'argento nella piattaforma da 10 metri ai campionati europei di Berlino. Unica perché in Italia è solo lei la piattaformista. Non ce ne sono altre, aspettando le giovani su tutte Giulia Belsasso. Noemi si allena da sola, confinata nella sua Trieste. Fa tutto in solitario, seguita dalla mamma allenatrice, Ibolya Nagy, questa ungherese arrivata in Italia quando aveva tre anni. Non è spuntata dal nulla, non è una meteora perché questo è il terzo argento continentale dopo quelli di Budapest 2010 e Eindhoven 2012, ma a Torino era stata d'oro. E vanta anche un bronzo nel sincro. Ieri dopo una qualificazione difficile si è rilanciata dopo due anni a vuoto, segnati dall'olimpiade di Londra, ottava a Rostock e un Mondiale da dimenticare l'anno scorso (31ª in graduatoria).

Noemi non ha mollato, anzi si è rimessa in discussione. Ha cambiato la verticale indietro e la preparazione, fisica e psicologica. I frutti li ha raccolti ieri piazzandosi dietro alla britannica Sarah Barrow e davanti all'ucraina Iulia Prokopchuck. «La fatica ce l'ho nel sangue, non ho mai smesso di crederci», l'urlo di gioia con la medaglia al collo. «Questa medaglia era la mia, dovevo solo andarla a prendere. Ci tenevo a tornare, ho lavorato tanto per questo. Se non usciva oggi questa medaglia non usciva più. Ho fatto tantissimi sacrifici, mi sono allenata con costanza», spiega l'azzurra. Non c'è spazio per i rimpianti, per quell'ultimo tutto un po' così: «Comunque non sarei mai arrivata prima. Invece mi dispiace per il record personale, ci sono andata vicino, sarà per la prossima volta». E poi si tiene per sé questo argento: «Lo dedico a me stessa, non ci credevo più dopo un periodo di crisi». E ora in vacanza, ma breve perché c'è già il futuro ad aspettarla: «Sto programmando degli allenamenti all'estero, spero che con questo risultato io sia supportata in questo progetto». Che servirebbe a domare gli alti e bassi, ma lei ci scherza su: «Un cavallo pazzo ci vuole in squadra».

Dall'argento a un quarto posto. Ma per una volta la medaglia di legno è accolta con un sorriso. Inaspettato il piazzamento del sincro maschile dai 3 metri dopo la defezione del titolare Tommaso Rinaldi per infortunio. Al suo posto dentro Giovanni Tocci che con Michele Benedetti confeziona una prova incredibile, sopra il muro dei 400 punti. Il podio resta lontano, ma la prestazione è d'applausi.

E oggi l'Italia va a caccia della terza medaglia.

Infatti si tuffa in coppia, con l'inseparabile Francesca Dallapè, Tania Cagnotto lanciata dall'oro nel trampolino da un metro. Oggi si sale in altezza, tre metri, e anche in difficoltà, ma le azzurre puntano dritte al podio. Ed è anche il giorno di Francesco Dell'Uomo nella piattaforma.

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