L'Oriente stregato dal Milan: un brand che vale il Mondiale

Non solo Mr. Bee, la Cina resta una pista calda. Pechino vuole il club perché il marchio può aiutare ad avere i campionati Fifa. Berlusconi coinvolto

Berlusconi, Galliani e Inzaghi a Milanello
Berlusconi, Galliani e Inzaghi a Milanello

Il Milan (squadra) di Pippo Inzaghi non è in grado di esprimere certezze né per il presente e nemmeno per il futuro. Il Milan (società) di Silvio Berlusconi invece sì. Ha già un piano, molto articolato, che sarà reso pubblico ai primi di giugno e che fa rima con il noto interesse del mercato cinese. Perciò è cosa buona e giusta non fidarsi degli annunci, specie in questo caso molto particolare, rappresentato dalla trattativa per la cessione delle quote di minoranza o maggioranza riferite al club rossonero. Lo striminzito 0 a 0 raccolto nell'ultimo derby è passato quasi sotto silenzio (compresa la battuta fatta da Adriano Galliani con alcuni polemici tifosi interisti: «c'è poco da arrabbiarsi, siamo noni e decimi») perché a far rumore ha provveduto l'annuncio solenne firmato da mister Bee Taechaubol, broker thailandese, sul suo prossimo sbarco a Milano domenica 26 aprile «per siglare e chiudere l'accordo con Silvio Berlusconi». «Chi ci sarà ad aspettarlo?» la chiosa apparentemente divertita proveniente dagli uffici di via Paleocopa. È il segnale del disappunto per il pittoresco metodo seguito dall'uomo di Bangkok circondato da una serie di mediatori, veri o presunti, legali (l'ultimo schierato è Franco Gianni) e candidati alla carica di ad che però vivono a Dubai come Pablo Victor Dana, nato e cresciuto a Ferrara cui si deve la pubblicazione sul web delle foto in compagnia di mister Bee fatte a casa Milan e dinanzi al Duomo di Milano. La trattativa non è affatto giunta all'ultimo chilometro. L'operazione due diligence , il controllo dei conti della società, deve essere ancora completata. Anzi, proprio in questi giorni si sono messi al lavoro i professionisti che rappresentano la cordata cinese, il secondo attore ammesso da Silvio Berlusconi al tavolo per discutere di Milan. Completata questa fase, toccherà ai due attori, il thailandese e il rappresentante cinese, formulare, per iscritto, un'offerta d'acquisto, corredata da garanzie, secondo lo schema classico delle trattative di questo spessore (la valutazione del brand è sul miliardo e 100 milioni, al netto dei debiti con le banche che ammontano a poco più di 240 milioni). A fidarsi delle anticipazioni provenienti da Bangkok, mister Bee sarebbe pronto ad acquisire il 20% delle azioni per poi salire, nel giro di un anno, al 65%, dimensioni ridimensionate rispetto alle prime circolate sui media (30% per entrare, 70% per acquisire il controllo del club).

Nella testa e nel cuore di Silvio Berlusconi, la soluzione ideale è quella proposta dalla cordata cinese perché è legata, a doppio filo, all'acquisizione e allo sfruttamento del brand Milan in quel gigantesco mercato. Questo progetto avrebbe il fascino speciale di ricevere l'approvazione del premier di quel Paese (colloqui avvenuti), comporterebbe la creazione di ristoranti e parchi gioco tutti griffati Milan e si concluderebbe con la decisiva partecipazione dello stesso presidente Silvio Berlusconi, in prima persona, all'idea di chiedere e ottenere l'organizzazione di un mondiale di calcio in Cina, veicolo decisivo per lanciare questo sport nel Paese dove ha già raggiunto una notevole popolarità. Di qui la differenza clamorosa rispetto alla proposta classica thailandese (semplice acquisto delle quote) un po' datata e anche limitata nel suo respiro. Non solo. Ma acquistare il brand Milan può anche significare, per i cinesi, non occuparsi direttamente della gestione tecnica della squadra da lasciare nelle mani esperte dello stesso Berlusconi e del suo management per un certo numero di anni. C'è anche una data scelta per svelare finalmente i dettagli dell'operazione Milan made in China e coinciderebbe con l'invito dell'Uefa rivolto ai club (22 in totale) che hanno vinto la coppa dei Campioni in occasione della finale di Berlino (sabato 6 giugno).

Giovedì 4 o venerdì 5 (in occasione del 60esimo compleanno della manifestazione) il Milan e il suo presidente saranno premiati da Platini come secondo collezionista di coppe dei Campioni (7), dietro il Real Madrid (10).

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