
È una grande Italia, quella che si è vista ai Mondiali di scherma in corso a Tbilisi, in Georgia. Una giornata da ricordare, quella di lunedì, che ha regalato agli azzurri un oro e un bronzo, proiettandoli in testa al medagliere con sei podi complessivi.
Sul palcoscenico del Tbilisi Olympic Palace, Pietro Torre, Michele Gallo, Luca Curatoli e Matteo Neri hanno riportato la squadra italiana di sciabola maschile sul tetto del mondo. Un trionfo costruito col cuore e con la tecnica, culminato nella vittoria in finale contro l'Ungheria 17 volte campione del mondo con un netto 45-37. Le delusioni per le Olimpiadi di Parigi (5° posto) e per l'argento agli Europei di Genova vengono così spazzate via da una prestazione maiuscola: Curatoli scava il solco, Gallo è semplicemente magnifico nel sigillare il successo. È il settimo titolo iridato per l'Italia nella sciabola a squadre, il primo in finale contro gli ungheresi dopo ben 12 confronti diretti. L'ultimo oro nella specialità risaliva a Mosca 2015, e anche allora c'era Curatoli. Per l'Italscherma è il secondo oro di questa spedizione georgiana, dopo quello conquistato dalla squadra maschile di fioretto. Nel femminile, dopo 15 anni, le azzurre non sono scese in pedana per lottare per l'oro, ma hanno comunque portato a casa il bronzo confermando ancora una volta la loro presenza stabile ai vertici mondiali. Martina Favaretto, Anna Cristino, Alice Volpi ed Arianna Errigo, campionesse d'Europa, sono state sconfitte in semifinale dalla Francia, vice campione d'Europa, per 45-34, ma si sono riscattate sconfiggendo con autorità il Giappone nella finale per il 3° posto, con un netto 45-30. "È una giornata storica. Sono senza parole per la grinta, il cuore e la tenacia che hanno messo questi ragazzi. Hanno dimostrato di essere una grande squadra. Le ragazze non sono scese dal podio, il fioretto - con quattro medaglie e l'oro dei ragazzi - ha fatto un grande mondiale", le parole del presidente della Federscherma, Luigi Mazzone. La medaglia d'oro è andata alle statunitensi, ma a vincere sul piano simbolico è stata l'Ucraina.
Uscite ai quarti di finale per mano dell'Italia, le schermitrici ucraine avevano battuto agli ottavi l'AIN la sigla che identifica gli Atleti Individuali Neutrali, ovvero i russi. In un'atmosfera teatrale, figlia anche di un protocollo definito per evitare qualunque tipo di scintilla, le ucraine si sono imposte per 45-36.
Al centro della scena, ancora una volta, Olga Kharlan, leader della campagna per il boicottaggio contro gli atleti russi, sostenuta da ben 447 firme. Al termine dell'incontro ha dichiarato: "Per noi, vincere nello sport è importante".