Narbonne? «Avete mai visto Narbonne?». Nella domanda che vuol essere una risposta, nel viso perplesso di Federica Pellegrini c'è una cartolina da mandare all'azienda di soggiorno della cittadina francese. Capirete, per una che ha fatto di Verona l'ombelico del mondo e che ha faticato a sopportare Parigi, c'è poco da scherzare. Narbonne è simil Africa lontana.... A Narbonne lavora Philippe Lucas, a Narbonne potrebbe ricominciare una storia sportiva. Appunto per il nuoto... Federica è ancora innamorata del mondo e delle vasche sue. D'accordo, c'è pure Filippo Magnini... Ma per il nuoto... e per Philippe Lucas che non è un amore di ragazzo, ma certo «è una delle poche scelte tecniche rimaste che mi possano permettere di tornare prima nella mia specialità». Per tutto questo Federica è pronta a riveder la sua carta geografica. Parole e musica. Si, c'entra con lo sponsor Nilox delle cuffiette subacquee che ieri ha presentato a Milano. Quindi... «Narbonne non mi spaventa, metto tutto sul piatto, farò qualunque sacrificio per arrivare alle Olimpiadi di Rio e risalire da dove sono scesa a Londra». Ovvero dal podio.
Fede Pellegrini è tornata: magari più snella, niente calze e ballerine con i tacchi rinforzati per colpire gli importuni, black and white, nel senso di giacca nera, camicia bianca e un po' di corazza, pronta a sfidare se stessa e il mondo. Federica sta mettendo un po' ordine nel futuro, prima di rituffarsi anima e corpo in vasca. Ha commercialmente flirtato con lo sponsor («Uso le cuffiette in allenamento e a Shangai mi hanno portato fortuna») ricevendone risposta ammirata («La vorremmo con noi per altri 10 anni»). Ha raccontato di non avere intenzione di fare bambini. «Altrimenti non avrei ricominciato a nuotare». Ha ammesso di essere attratta dalla Tv. «Ma non penso di essere adatta a lavorarci quotidianamente. Meglio un programma come Ballando con le stelle, dove hai la possibilità di imparare qualcosa che non sai».
Eppoi rieccola nel rileggere stati d'animo e speranze. Attende gli europei in vasca corta a Chartres. Non ci sarà. «Ma sarà là che la federazione incontrerà Lucas e vedremo». Per ora Lucas veglia su di lei a suon di sms, programmi d'allenamento rilanciati sul cellulare. Inutile chieder se non erano meglio le email, il tipo è misterioso e, secondo la nostra, non sempre chiaro. «Non lo è stato neppure dopo i mondiali di Shangai. Ora attendo chiarezza: non ci siamo potuti vedere di recente perché è morta sua mamma. Basta ci dica cosa vuol fare: venire lui qualche volta a Verona o trasferirci noi per tre anni a Narbonne? Sono pronta». Ecco l'atto di Fede. Ora toccherà alla federazione. «Che si sta comportando bene dopo il turbolento settembre. Le elezioni sono passate e tutto è più tranquillo». Federica non lascia passare niente. Soprattutto ai Giuda del giro azzurro. «Ci sono rimasta male e ancora mi fa male: vedo gente che ha tanto coraggio nel parlare ai giornalisti ma non nel parlarmi in faccia. Invece io sono sempre diretta, anche a costo di sembrare una stronza». Bip.
Ricorda che avrà pur toppato le Olimpiadi, ma ci sono responsabilità di tutti. Si tien stretto il suo gruppo: «E anche gli sponsor non mi hanno lasciata: hanno capito la situazione». Ma ora ci vuole Lucas, che la sta facendo allenare con variazioni sul tema. «Tanta corsa, come non ero abituata. Ma non potrei fare una maratona. Altrettanta palestra. Allenamento in acqua variando gli stili». E così farà nella stagione.
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