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L'Uefa per cominciare e far tornare i... Conte. Zhang, un altro Moratti

Il patron cinese considera l'Europa League solo un punto di partenza. Tecnico avvisato

Zhang Jindong, 53 anni, presidente del Suning Holding Group
Zhang Jindong, 53 anni, presidente del Suning Holding Group

Gli occhi di Zhang Jindong si sono fatti a dollaro. Finalmente l'investimento nell'Inter comincia ad avere un senso: naturalmente si parla di senso economico, quello sportivo lo lascia ai romanticoni. Zhang è il patron-padrone dell'Inter e in questa bella festa di massa che non ha ancora celebrato la messa, ovvero il successo in Europa League, ha voluto metter lingua non essendo aduso, come il figliolo, a zuzzerellare per stadi sportivi a colpi di selfie.

Il figliolo , fra l'altro, rischia di diventare il più giovane presidente vincente del club. Pensate la fortuna del figlio di papà: l'evanescente Steven, a 29 anni, resterà nella storia spendendo i soldi del padre, giocando a surrogare la società con spot ad uso marketing e infilando qualche polemichetta per dimostrare di esserci. Non come il buon Massimo Moratti che, per tornare a vincere come Angelo, si è sciroppato delusioni in quantità, ha speso vagonate di danari e la storia se l'è sudata. Ingiustizie dell'interismo.

Ma questo è il momento del mondo Suning: in fondo la benemerita ditta ha risollevato l'Inter dai momenti di depressione, ha investito capitali, si è affidata ad Antonio Conte ed ora vuol vedere se il conto (ed anche il Conte) torna. «Speriamo di poter festeggiare il primo trofeo da quando abbiamo comprato la squadra», ha detto mister Suning alla festa dei consumi di Suning Tesco. Quale miglior spot per abbellire il marchio se non una finale magari vincente ed una trentina di milioni in cassa? Tanto, infatti, dovrebbe portare la coppa tra denari incassati ed altri derivanti da diritti tv e dal giocarsi la Supercoppa europea. Può bastare? No di certo per chi ha speso centinaia di milioni solo in questa stagione ad accontentare voglie e bizze di Conte. Ma per il momento regge l'embrassons nous. «Speriamo che l'Inter in questa finale ci renda felici», ha detto il padrone. Essere felice significa invogliare gli sponsor e trovare nuovi cespiti. Poi se verranno altre vittorie Ma questa sarà materia di Conte:resterà o non resterà? Un successo dovrebbe indurlo ad andarsene: appunto da vincente. Un insuccesso potrebbe farlo riflettere. Però il rischio è grosso: il prossimo anno Conte sarà obbligato a vincere lo scudetto, senza alibi. Difficile che Suning se ne sbarazzi: il conto economico dei tecnici (c'è ancora Spalletti) è alto, meglio pensare a buoni giocatori. Foss'anche Messi.

E qui la finale ci riporta all'ultima Uefa vinta, nel 1998, dalla squadra guidata da Gigi Simoni contro la Lazio grandi firme. Era l'Inter del Ronaldo, il Fenomeno, appena arrivato e pagato 50 miliardi di lire, oggi circa 28 milioni di euro. Era l'Inter che schierava Zanetti e Zamorano, Simeone e Winter, Djorkaeff, Moriero. C'erano Bergomi, Pagliuca, Cauet, Paulo Sousa,Colonnese, Taribo West, Kanu, Recoba. Ma se andate a rivedere la squadra della finale, capirete che, tolto Ronaldo, non esiste gran divario tecnico. Anzi quella di oggi è forse migliore: certamente in difesa. Invece abissale il divario economico tra il costo globale di allora e quello di oggi. Quella coppa fu il primo trofeo di Massimo Moratti. Suning potrebbe vedere la replica come un segnale positivo del destino.

Gigi Simoni era un buon allenatore, Conte dovrebbe almeno pareggiarlo.

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