L'uomo che ha battuto il campioneil commento 2

di Benny Casadei Lucchi

Due figli, una moglie, la famiglia, le vittorie, i mondiali, i soldi, il pizzetto, lo sguardo egizio, il sorriso triste, le arrabbiature, i duelli in pista e a parole, il motomondiale, la Superbike, il Corsaro nero, l'Aprilia, la Honda, la Yamaha, ancora la Honda, ancora l'Aprilia. E diffidenza e fiducia e lealtà e il futuro, forse da team manager, forse no. Max Biaggi è tutto questo, è i suoi 41 anni, è il secondo titolo mondiale Superbike, è quei quattro in 250, è tre volte vice iridato 500 e MotoGp, è le sfide con Mick Doohan e Valentino Rossi, però «non parlo di altri, perché oggi è solo mio». Max Biaggi è stato tutto questo, è tutto questo, sarà tutto questo. Con l'aggiunta di due ingredienti che non sempre, anzi quasi mai accompagnano i grandi piloti e i grandi campioni. Due ingredienti, due caratteristiche, due doti dell'animo, due colpi di fortuna perché decide madre natura se li hai o non li hai e non sempre arrivano insieme: trattasi d'intelligenza e saggezza. Fin qui aveva sempre dimostrato di essere svelto di testa e furbo e acuto e attento ai dettagli e capace di progredire e di far arrabbiare i nemici e di tener stretti gli amici. Non un simpatico a prima vista Max, ma un uomo dolce a seconda vista. Una dolcezza che traspare non appena si ha il coraggio o la fortuna di pazientare per scavalcare il muro della sua enorme diffidenza. Un uomo intelligente che ha saputo allontanarsi dal motomondiale al momento giusto, un uomo intelligente che nel segreto dell'animo, anche se non lo ammetterà mai, aveva compreso che Valentino in quel momento, per l'età - otto gli anni che li separano - era quel niente più forte di lui che a trecento all'ora diventa qualcosa e che Rossi sta scoprendo in queste ultime stagioni con i giovani Stoner, Lorenzo e Pedrosa tutti attorno. Max avrebbe potuto ostinarsi a restare in MotoGp, ma intelligenza e saggezza gli hanno indicato nuove avventure e chissenefrega di quel che penseranno altri si era detto. I due mondiali con l'Aprilia da resuscitare in Superbike parlano chiaro. Come parla chiaro l'annuncio di ieri. Biaggi lascia all'apice, da più pagato in Sbk, lascia un'Aprilia garanzia di un'altra volata iridata.

Lascia col coraggio dell'uomo che ha sconfitto la tentazione del campione perché «ancora un solo anno, uno solo» è la vocina che sgambetta i fuoriclasse. Però Max non è inciampato. Questione d'intelligenza. Questione di saggezza e di Eleonora che lo aspetta a casa. E di quei due frugoletti. Di Inès. Di Leon.

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