Ciclismo

L'urlo di Milan nel nome dell'oro

Mattatori i 3 del quartetto di Tokyo: Ganna attacca, Consonni lo stoppa e lancia Jonathan

L'urlo di Milan nel nome dell'oro

Ascolta ora: "L'urlo di Milan nel nome dell'oro"

L'urlo di Milan nel nome dell'oro

00:00 / 00:00
100 %

Una sfida fratricida, tra fratelli d'Italia, tra componenti di un quartetto d'oro al quale manca solo colui che è deputato a lanciare il trenino: Francesco Lamon. Ganna, Consonni e Milan, un finale elettrizzante dominato da tre quarti di nobiltà ciclistica pistaiola, gli ori di Tokyo, nell'inseguimento a squadre.

Ganna scappa tutto solo a quattro chilometri dal traguardo sul Capo Mele, Simone Consonni non lo perde di vista e lo recupera ai 600 metri pilotando il compagno Jonathan Milan, che a quel punto sa che può solo andare in gol. «Non sapevo se mollare per Pippo o tirare per Jonathan», ammette felice Consonni. «È la stessa emozione di un anno fa, quando vinsi per la prima volta, sempre il 7 maggio, stavolta davanti alla mia famiglia. La squadra ha fatto un lavoro superbo, io ho cercato di prender davanti la discesa e di partire al momento giusto», racconta Jonathan Milan.

Filippo Ganna mastica amaro. «Un grande attacco? Non è stato così grande, altrimenti avrei vinto, per questo sono deluso». Deluso e nervoso, soprattutto quando gli chiedono del mattino, quando dopo qualche chilometro si è rialzato lasciando i compagni di avventura De Bod, Muñoz e Calmejane: «Dovete chiedere alla squadra». Per la serie è meglio che non parli.

Se Pippo non parla, Tadej sta buono. La saga di Tadej Pogacar è un po' come quella di Harry Potter, il maghetto con la bacchetta di sambuco e il mantello dell'invisibilità. Taddeo ha la bicicletta alata e una maglia rosa che lo rende visibilissimo. Anche le tappe più insipide le rende saporite. Gli amanti di ciclismo sono divisi: chi lo ha elevato a proprio modello e chi è convinto che sia solo uno spaccone.

«È chiaramente il più forte, ma Tadej è qui per vincere il Giro ci spiega Mario Cipollini, plurivittorioso al Giro con le sue 42 tappe -. Credo che qualcuno debba anche consigliarlo». Da parte sua, Fabio Baldato, tecnico dello sloveno precisa. «Tutto vero, ma Tadej è fatto così: quando gli gira lui prende e va». Ieri Tadej è stato buono, ha riposto la bacchetta di sambuco e la sua bicicletta alata per starsene quieto. Il SignorG (Geraint Thomas, ndc) l'altra sera era stato chiaro: «D'accordo ragazzo, oggi ti sei divertito, che ne dici se domani (ieri, ndc) ci concediamo una tappa tranquilla?».

Taddeo il quarto giorno si riposò.

Commenti