L'urlo sul Brocon di Steinhauser: il piccolo gigante nipote di Ullrich

Prima vittoria da pro per il talento tedesco. Pogacar sempre in rosa

L'urlo sul Brocon di Steinhauser: il piccolo gigante nipote di Ullrich
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Se Tadej Pogacar ci riporta con la mente ai tempi di Eddy Merckx e Bernard Hinault, Georg Steinhauser ci fa tornare a Jan Ullrich. Il ciclismo è sport di memoria, gli appassionati non dimenticano e le storie qui al Giro riaffiorano come eriche e crocchi.

Quella di Georg, 22enne tedesco vincitore di tappa ieri sul traguardo di passo Brocon è una bella storia. Quella di un ragazzo ambizioso e talentuoso che per la prima volta da professionista vince sulle strade del Giro. È una delle tante storie di ciclismo: figlio d'arte, visto che papà Tobias è stato professionista per un decennio e quel poco che ha vinto lo ha raccolto nelle prove contro il tempo. Georg è però anche nipote d'arte: lo zio Jan Ullrich ha conquistato un Tour, una Vuelta e un'Olimpiade prima di trovare sulla propria strada il signore delle grandi bugie, Lance Armstrong, che l'ha battuto e anche abbattuto. Difatti, dopo l'addio alle competizioni, per Ullrich si sono acuiti i problemi, tra alcool e droghe, depressioni e anche un tentato suicidio.

Già terzo domenica sul Mottolino a Livigno, il piccolo gigante (Georg è alto 189 centimetri) dell'americana EF si ripete, andando a cogliere il successo. Tutto il giorno in fuga, a 35 chilometri dal traguardo semina l'impronunciabile Ghebreigzabhier: è l'eritreo l'ultimo a resistergli. «Sono felice, se me lo avessero detto al via da Torino, non ci avrei creduto», ha ammesso il tedesco.

Appena dietro, il solito Tadej Pogacar, che non infierisce e arriva solo alle sue spalle, non prima d'aver sistemato anche ieri la pratica classifica generale. La verità è che riposerebbe volentieri, ma è una serie di scaramucce fra Martinez e Thomas a fargli ritrovare il gusto della battaglia: via da solo, senza però cercare di andare a riprendere il tedeschino davanti. Questa volta si avvantaggia e poi prosegue di conserva, senza accelerare, come aveva fatto domenica sul Mottolino con Quintana.

«Ho cambiato ritmo vedendo gli altri soffrire, peccato per la pioggia perché abbiamo visto paesaggi bellissimi.

Ho corso tranquillo, lo farò ancora, sabato però c'è una tappa iconica, sul monte Grappa: potrebbe essere un'altra occasione per vincere», avverte la maglia rosa, dando di fatto appuntamento ai suoi connazionali a Bassano del Grappa: la Slovenia non è poi così lontana. Lui li aspetta tutti lì.

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