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Macedonia e Ucraina. Il peggior psico-esordio per la nuova Italia

Prima volta di Spalletti contro la squadra che ci costò il Qatar, martedì la selezione di Kiev che ha tifosi ovunque

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Dici Macedonia e pensi al punto più basso dell'era Mancini con quel Mondiale sfumato 18 mesi fa. Dici Ucraina e vedi una nazionale senza casa per colpa della guerra, che ovunque giochi riscuote applausi e simpatia. Dici San Siro e ricordi lo sventurato playoff con la Svezia del 2017 che ci portò alla prima delle due esclusioni di fila dal torneo iridato.

Luciano Spalletti, uomo che ama Napoli e i napoletani, un pizzico di scaramanzia l'avrà sicuramente. Gente come Pozzo, Bearzot e Lippi hanno steccato l'esordio da ct e anche il suo si preannuncia in salita visto che le gare di settembre (tradizionalmente ostico per la Nazionale azzurra) sono già decisive per il percorso verso Euro 2024. Ma forse, ora che la sua avventura da ct è agli inizi e lancia messaggi legati all'orgoglio e al senso di appartenenza, non è il caso di fare spazio ai cattivi pensieri. Di sicuro quella Macedonia che ci sorprese nella notte di Palermo del 24 marzo 2022 oggi è ancora meno debole. E non solo per un ranking Fifa che recita appena il 68° posto per la truppa di Milevski. Un ct sulla graticola dopo i sette gol incassati a Wembley dall'Inghilterra, l'addio alla Nazionale dello storico capitano Ristovski, la parabola discendente del nostro «killer» Trajkovski, senza squadra perché nella ricca Saudi Pro League non c'era più posto dopo gli appena 5 gol in 33 gare con l'Al-Fayah.

Comunque vada a Skopje domani sera (nell'unico precedente in terra macedone vincemmo 3-2 quasi sette anni fa con i gol di Belotti e Immobile) non si potrà cancellare quel «buco nero» della storia azzurra. «È un brutto ricordo, ma dobbiamo ripartire - ha detto ieri a Coverciano Nicolò Barella, unico italiano nella lista per il Pallone d'oro, e uno degli undici reduci della notte al Barbera (cinque, tra cui l'interista erano titolari, ndr). Personalmente ho sentito il peso di quella partita, pensavamo di non meritare di essere lì: abbiamo pagato la frenesia, il pensiero di dovere giocare una partita dopo altri tre giorni contro un'altra squadra, come non era mai capitato nei playoff».

E anche stavolta passeranno tre giorni da un impegno all'altro. Dopo la Macedonia, ecco l'Ucraina che ci precede di 3 lunghezze ma con una gara in più giocata). Per di più a San Siro dove l'Italia ha perso solo 3 volte, di cui una nell'era Ventura che ci fece molto male. Con un'Inghilterra già in fuga con un filotto di 12 punti in 4 gare e 15 gol segnati, sono proprio gli ostici ucraini, l'avversario principale per la seconda piazza, valida per evitare un altro spiacevole spareggio. Finora mai un ko in 8 precedenti, ma la consapevolezza di una sfida tutt'altro che semplice. Vanno bene applausi e simpatia, ma il gruppo ha buone doti tecniche. Anche se costretto a emigrare per giocare le gare casalinghe: a giugno a Trnava, in Slovacchia, contro Malta, domani a Wroclaw, in Polonia, per la sfida con l'Inghilterra. La squadra di Rabrov è stata capace a giugno di ribaltare la sfida con la Macedonia (da 0-2 a 3-2) mentre gli azzurri subivano la nuova delusione in Nations League.

Un messaggio chiaro alla truppa di Spalletti.

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