Maldonado, il pupillo di Hugo Chavez

Maldonado, il pupillo di Hugo Chavez

Barcellona Il pilota è bravino e aggressivo al tempo stesso. Per dire: piace, convince e però qualche pasticcio di tanto in tanto lo combina. Chiedere alla gente di Montecarlo, serie minori, incidente, commissario di gara investito. Mica bello. Pastor Maldonado, classe 1985, rappresenta un intero Paese, il Venezuela. Tempo fa sono stati comunicati - potenza di internet e di certe scansioni galeotte - i dettagli dell’accordo di sponsorizzazione dell’azienda petrolifera statale Pdvsa e il team Williams. Per il solo 2012 trattasi di 35 milioni di euro. Accordo di 5 anni. Però sarebbe ingeneroso definire Pastor un pilota con la valigia che tra l’altro sarebbe un valigione più che un trolley. Il ragazzo gli attributi motoristici ce li ha per davvero e se poi un intero Paese lo sostiene buon per lui. Anche se il presidente Chavez ha avuto le sue brave grane per stargli dietro: sembra che il via libera alla sponsorizzazione sia arrivato senza consultare il parlamento. Mica bello neppure questo.

«È la prima volta che sono tra i primi tre» ha detto Maldonado prima della retrocessione di Hamilton, «e sono felice e spero di continuare così anche in futuro per la squadra e per il Venezuela». E per 35 milioni di ragioni.

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