«Il cane è il miglior amico dell'uomo» e «Da cosa nasce cosa». La recente storia dell'ex (almeno fino a ieri) calciatore Daniele Mannini, 38 anni, sembra un condensato di luoghi comuni, ma è pure la dimostrazione che - i «luoghi comuni» - possono celare sviluppi straordinari. Prendete lui, ad esempio: un più che dignitoso passato nel calcio professionistico (160 presenze in A e 120 in B) tra Napoli, Sampdoria, Brescia, Lecce, Pisa; e un più che gratificante presente da responsabile vendite di una importante ditta alimentare in Inghilterra dove si è trasferito da qualche tempo.
Una vita tranquilla, tutta casa e azienda con sosta obbligata per i bisognini del cane nei giardinetti di Beverley, cittadina di meno di 30mila abitanti nella contea dell'East Riding of Yorkshire. E proprio mentre il «miglior amico» (peloso) di Daniele stava fiutando il posto migliore per concedersi un attimo di privacy, ecco spuntare il padrone di un altro quattrozampe: tal Mark Smith (nome del padrone, non del quattrozampe), presidente del Beverley Town Football Club neopromosso nella lega semiprofessionistica: cimento pallonaro ben lontano dai fasti della Premier League ma il massimo cui possano aspirare i tifosi locali. Smith e Mannini non si conoscono, ma l'amore per il soccer ben presto irrompe prepotente nella conversazione. E così il presidente Mark (da non confondersi col comandante Mark, quello dei fumetti a capo dei Lupi dell'Ontario ndr) inizia a menar vanto della sua squadra, mentre il nostro ex centrocampista sfodera il meglio della sua carriera risalente ai tempi d'oro in cui gli scarpini non erano ancora stati al chiodo. E pare di sentirlo: «Quella volta che giocai contro Ibrahimovic...e quando vinsi il contrasto con Ronaldinho... e quando Francesco Totti mi strinse la mano a fine partita...». Roba grossa, che lascia senza fiato il patron Smith. Il quale - evidentemente a conoscenza dell'italico detto «Da cosa nasce cosa» - si fa coraggio, e spara: «Ma tu verresti a giocare nel mio Beverley?». Fulminea la replica di Daniele, che non aspettava altro: «Yes!». Una fiaba che la Bbc ha subito colto al lazzo, catturando la testimonianza del presidente Mark: «Credevo che Daniele fosse un dog sitter, poi ho scoperto che era stato un importante calciatore professionista.
Tra noi si è instaurato un feeling perfetto. Lui è felice di giocare con noi, e noi siamo orgogliosi di avere in squadra un campione».Galvanizzatissimi gli ultrà del Beverley che hanno già fondato il «Mannini Fan Club».
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