MARCHETTI

L’hooligan nello spogliatoio inglese? Una balla. L’aggressore di Capello? Una bufala. Il servizio di sicurezza sudafricano? Una barzelletta. Il Sunday Mirror svela tutti i particolari di cronaca dell’episodio che ha «sconvolto» i giornalisti inviati a Inghilterra-Algeria. Il tipo che si è presentato a fine partita nello spogliatoio degli inglesi non era un tifoso esagitato, pronto a rompere la faccia di Rooney o di insultare Capello. No, semmai era esasperato perché non riusciva a trovare, da almeno venti minuti, un gabinetto. Gli scappava, sì, proprio così, e allora aveva chiesto informazioni a un addetto al servizio d’ordine che lo aveva indirizzato verso quella porta, poi quell’altra, quindi girare a destra, seguire il corridoio, passare sotto quel piccolo arco, fine, raggiungere la toilette. Joseph Pavlos, di anni trentadue, londinese del sud est, zona di Crystal Palace dove ha un negozio di patate e pesce, detto in modo very english di «fish and chips», mister Pavlos, di origini grecocipriote, è un gran tifoso della nazionale di Capello, ha speso, insieme con il cugino Gorge e il nipote, cinquemila euro per raggiungere il Sudafrica e seguire il mondiale dei tre leoni. Ovviamente il pareggio con l’Algeria non lo aveva soddisfatto ma non al punto di puntare diritto verso i giocatori e scaricare la rabbia. Semmai intendeva scaricare altro, quando si è ritrovato nello stanzone ha visto Cole nudo che usciva dalla doccia, altri seduti affranti e Capello che gironzolava nervoso. Poi ha incrociato David Beckham che gli ha chiesto: «Scusi lei chi è?». Mr Pavlos ha spiegato l’arcano. «Cerco la toilette ma intanto siete una disgrazia per come avete giocato...», qui sono arrivati quelli del servizio d’ordine che hanno accerchiato Joseph, tra l’altro addobbato da tifoso, panzuto, con maglietta rossa della nazionale inglese e sciarpa al collo: «Documenti», gli ha intimato un addetto della Fifa, tale Mike Lindon. Pavlos ha consegnato un biglietto da visita e così ha fatto Lindon ma in quel momento è squillato il telefonino di Pavlos, suo cugino George era preoccupato: «Ma dove sei finito? Sei scomparso da mezz’ora». «Guarda che sono nello spogliatoio della nostra nazionale, sono con i ragazzi». Il cugino non ci ha creduto, ha pensato alla solita sbornia patriottica da delusione e allora Jospeh ha passato il telefono a Lindon della Fifa: «Gli spieghi dove sono...». Fine della sceneggiata? No. I sudafricani hanno fatto i duri, hanno arrestato e liberato l’inglese dopo pagamento di cauzione di 53 euro.

Oggi processo in tribunale e divieto di accedere alle prossime partite del mondiale. Joseph Pavlos ha avuto il suo momento di gloria, ha sfiorato i principini Harry e William, ha visto Cole nudo, ha dialogato con Beckham e, pare, non ha fatto pipì. Guarderà le partite in tivù, vicino al bagno.

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