La marcia dell'Inter passa dall'orda serba

nostro inviato ad Appiano Gentile

La stampa serba ha fatto la formazione a Stramaccioni: «In pratica gioca in Europa League con le riserve - si legge -. Farà riposare Zanetti, Cassano, Cambiasso e Milito e darà spazio a quei giocatori di seconda schiera come Nagatomo, Guarin, Coutinho, Alvarez, Silvestre, Alvaro Pereira e Livaja». Le seconde schiere ringraziano per il pensiero, ma la stampa serba c'è andata vicino. Anche se Stramaccioni naturalmente ha giurato che giocherà per vincere e chiudere in anticipo il discorso della prima fase. Stava pensando al dosaggio delle energie, quindi anche al campionato.
Giusto per introdurre l'argomento, il Partizan non è una grandissima, ma i bianconeri sono riusciti a vincere per quattro anni consecutivi il campionato dal 2007 al 2011, coppa compresa, sebbene l'ultima sia arrivata a tavolino con il Vojvodina che sul più bello ha lasciato il campo per protesta contro un arbitraggio giudicato scandaloso e prezzolato. Il Partizan è una potenza seconda solo alla Stella Rossa e un'inchiesta Uefa le ha attribuito il secondo miglior settore giovanile dopo quello dell'Ajax. Più di un terzo in Serbia tifa Partizan, peccato che i più accesi menino, e in mancanza di avversari, si menino tra loro. I più scalmanati sono i zabranjeni, proprio trecento di loro sono stati fermati a Belgrado mentre stavano mettendo i piedi su cinque torpedoni diretti a San Siro. Sono saltate fuori mazze e spranghe ma non volevano mettere a ferro e fuoco Milano, no, avevano organizzato una battaglia in Duomo contro i grobari, i becchini, l'altra frangia della tifoseria. Son ragazzi e una bella gita con scazzottata in trasferta era quanto di meglio erano riuscite a partorire le menti dei loro capi che desideravano farla fuori in zona neutra una volta per tutte. E non è detto che sia andato a monte. Qui ne sono arrivati circa quattromila, in tanti con regolare biglietto, gli sciolti sono in numero imprecisato e anche quelli che più preoccupano il prefetto Gian Valerio Lombardi che anticipando le tentazioni dei ragazzi, ha vietato la vendita di alcolici fino a domani mattina. E non solo in zona stadio ma in tutta la cerchia dei Navigli, stazioni ferroviarie e metropolitane, aeroporto di Linate compreso. Ci sono ispettori in numero elevato in allarme, reparti della Digos, una comunione fra polizia italiana e serba che ha scortato da Belgrado l'allegra comitiva. In compenso San Siro non sarà sold out perché l'Europa league fatica a entrare nelle teste degli interisti. Quindi c'è tutto per una bellissima serata di sport: il terzo anello della curva Sud gonfio in tutti i sensi di serbi, zone cuscinetto e gradinate semivuote, la Nord al secondo che si farà sentire.
Il Partizan è arrivato con molto ottimismo e si capisce dalle parole dei suoi calciatori che non sono meno risoluti dei loro supporter: «L'Inter è uno dei più grandi club d'Europa, stiamo andando lì per combattere», ha detto il talento Lazar Markovic. «È certo che ci sarà una grande lotta», ha fatto sapere il centrocampista Milan Smiljanic. Hanno una marea di orgoglio e un punto solo nella classifica del girone H, non sono una grandissima d'Europa ma alla vigilia di eventi di rilievo, si gonfiano.
Strama non sembra così preoccupato del Partizan, anche se per contratto deve dire che lo stima, non lo teme ma lo rispetta. Probabile che Gargano, Guarin e Alvaro Pereira rientrati all'ultimo dagli impegni con le loro nazionali e semi utilizzati con il Catania, partano dall'inizio, come Nagatomo e Coutinho alle spalle di Livaja e Palacio, ma il giro più sostanzioso potrebbe esserci nei tre dietro, con Cambiasso, Silvestre e Juan Jesus.

Sneijder è rientrato ma per il momento è in stand by: «Sapete che li metto solo se ho la netta conferma che siano al cento per cento», ha fatto sapere Strama che scansa temporaneamente il problema.
Non è vero che se batte il Partizan risolve il girone, Strama lo sa, e sa anche che questa squadra non ha limiti.

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