Marta, l'amica del vento indovina la rotta per l'oro

La Maggetti sorprende le rivali non seguendo la loro traiettoria: cancellato il quarto posto di 3 anni fa

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Parigi Sventolano i Quattro Mori su una vela tutta d'oro. All'ora del pranzo, quando il sole fiaccava il fisico, s'è udito un urlo di esaltazione per tutta l'Isola. Lo raccontano i sardi di laggiù: da Cagliari al Nuorese, da Sassari alla Costa Smeralda. Spinta dal mistral finalmente benigno di Marsiglia, Marta Maggetti, cagliaritana 28enne cresciuta nella bellezza cristallina del mare di Sardegna, atleta da 58 kg su un metro e 67, ha regalato un oro nel vento, una gara di velocità pura sopra una tavola. L'album dei ricordi riporta all'intramontabile Alessandra Sensini: 24 anni dopo ecco un'altra conquistatrice di metallo prezioso che vola con una tavola. Usando tempestività e cervello, prima ancora di sfruttare la legge del vento. «Sono stata calma ed ho fatto una virata prima degli altri. Era da tempo che volevo una medaglia, l'avevo in testa». Ragazza di poche parole ma modi gentili, Marta ha scalato le montagne che propone un mare che manda al tranello, se non capisci quel che ti dice il vento. Cavalcare le onde su una tavola. Una tavola che, per la prima volta, si presentava ai Giochi, denominata iQFOiL a distinguersi da precedenti tipi per l'utilizzo di tecnologie riassunte nel termine Hydrofoil. Come dire idroali: una sorta di aliscafo che plana sull'onda standone sollevato dal foil. Gare di una decina di minuti a velocità che oltrepassa i 35 chilometri all'ora: dunque oltre i 20 nodi.

Marta si è messa a volare fin dalla mattina quando, nella semifinale, si è piazzata seconda dietro all'israeliana Sharon Kantor. La finale a tre aveva nell'inglese Emma Watson, vincitrice dopo 14 regate denominate di flotta, una sorta di defender che attendeva le due avversarie. Era lei la favorita per l'oro. Partenza in linea con i pronostici: Maggetti terza dietro alla britannica e alla israeliana, finchè non ha intuito che la defender stava sbagliando linea senza trovare l'ideale soffio di vento. Meglio seguire un'altra corrente. Detto e fatto, prima della terza boa Marta si è ritrovata in testa ed è stato un volare nel blu dipinto di blu della baia marsigliese. L'inglese ha sbagliato tutto ed ha chiuso piangente al terzo posto dietro all'israeliana.

Poi un volo nel mare fra abbracci e felicità, baci e pianto gioioso. Storia di una ragazza che conosce l'idea e la fatica dello sport avendo praticato basket, pallavolo e ginnastica prima di imitare il papà sulla tavola a vela. Certo non le mancava il Dna del predestinato avendo vinto tutti i titoli giovanili. E se i Giochi di Tokyo si sono chiusi con un quarto posto («I fantasmi di quel giorno sono spariti»), il 2022 l'ha lanciata fra i Vip con il mondiale conquistato a Brest e il 2023 le ha portato la qualificazione olimpica. Una bella favola. «Ancora non ci credo» dice lei. «Forse realizzerò a Parigi quando sarò premiata. Nel finale mi tremavano le gambe».

Ragazza che ama il disegno, lo yoga, la natura e, soprattutto, l'ora del tramonto. Ha scritto sui social: «Il momento più bello... un arco di tempo che cambia nelle sue sfumature». Bene, forse d'ora in poi comincerà ad amare anche il mezzogiorno: l'ora dell'oro.

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