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Matuidi è il dopo Pogba nel motore della Juve. Un colpo da 30 milioni

Non ha i piedi di Paul, ma a Parigi per Ancelotti era "il giocatore più importante"

Matuidi è il dopo Pogba nel motore della Juve. Un colpo da 30 milioni

Torino - Non ha i piedi né la tecnica di Pogba. Ma non giocherà da Pogba, pur se la posizione in campo magari sarà la stessa. Blaise Matuidi è praticamente un giocatore della Juventus: con il Paris St Germain è stato trovato un accordo sulla base di trenta milioni più bonus, probabilmente quattro. Una giusta via di mezzo tra i quaranta inizialmente chiesti dai francesi e i 20 offerti dalla Signora, la quale strada facendo si è fatta forza della volontà del giocatore (in teorica scadenza nel 2018) e della forza persuasiva di Mino Raiola. Ancora lui, certo: più o meno in debito con la Juve per averle strappato Pogba con tutti gli annessi e i connessi di una percentuale mostruosa, dopo avere fatto in modo nel 2012 che il Polpo sbarcasse a Torino a parametro zero e certamente decisivo nel fare capire alla dirigenza del Psg che sarebbe stato il caso di trovare un accordo con la società di Agnelli.

Oggi a Montecarlo, in occasione dei sorteggi dei gironi di Champions, si faranno altri passi avanti ma la strada è comunque più che tracciata: in attesa di fare arrivare a Torino anche Cuadrado e al netto di colpi di scena molto improbabili, la Juventus ha trovato l'erede del suo ultimo numero dieci. Che meglio precisarlo non è un giocatore di tocco bensì di concretezza: quando allenava il Psg, Ancelotti lo aveva incoronato come «il giocatore più importante della squadra» per esaltarne le capacità di lettura ed equilibrio oltre che lo spirito di sacrificio. Matuidi, 29 anni compiuti il 9 aprile, ha così vinto la concorrenza di Witsel (in scadenza tra un anno con lo Zenit) e Luiz Gustavo (Wolfsburg): l'ufficialità arriverà probabilmente nel weekend e Allegri sarà stato accontentato una volta di più. Perché al tecnico bianconero Matuidi recente vice campione d'Europa con la Francia - piace in effetti parecchio: mancino naturale, risulta sulla carta perfetto per affiancare Pjanic (o Marchisio, quando rientrerà) in mezzo al campo, alternandosi con il recuperato Asamoah. Buono insomma sia per il 3-5-2 che per il 4-3-1-2, quando e se il (nuovo, si fa per dire) modulo sarà sdoganato: le giocate ad effetto spetteranno ad altri, lui recupererà palloni e così si guadagnerà per il prossimo quadriennio uno stipendio da 4,5 milioni (più bonus) a stagione.

Del resto con Emery aveva finora giocato pochissimo (33 minuti in due partite) ed era evidente che la sua avventura parigina (durata cinque stagioni) fosse arrivata al termine dopo avere comunque vinto 4 campionati, altrettante Supercoppe, 3 Coppe di Lega e due Coppe di Francia. Di origini angolane (i suoi genitori lasciarono la nazione africana in occasione della guerra civile), prima del Psg aveva vestito le maglie di Troyes e Saint Etienne: il rapper francese Niska gli ha anche dedicato una canzone (Matuidi Charo) e nel 2013, secondo un sondaggio di Canal+, il prossimo juventino risultava il quarto personaggio calcistico più famoso nel suo Paese dietro i soli Deschamps, Wenger e Remi Garde. Una sorta di istituzione, ecco, papà di tre figli e impegnato attivamente nel sociale con varie Fondazioni.

Il mosaico juventino si avvia così a essere terminato, pur se altro ancora succederà perché la telenovela Cuadrado (cui probabilmente è legato anche il destino di Lichtsteiner) non è ancora giunta al termine così come quella relativa a Zaza.

Il quale, non dovesse andare al Napoli, potrebbe considerare la Premier (West Ham o Arsenal): pare insomma certo che il suo matrimonio con la Juve sia durato una sola stagione.

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