
Porta lo stesso nome di Alcaraz, il tennista spagnolo, per via della mamma cubana. "Ma mio padre napoletano voleva chiamarmi Gennaro, come mio nonno, per continuare la tradizione", racconta Carlos D'Ambrosio. L'astro nascente del nuoto italiano ha solo 18 anni e con una prima frazione stratosferica in 4778 ha lanciato la 4x100 stile libero azzurra che si è presa la medaglia d'argento davanti agli Stati Uniti. Non male per uno che è solo alle prime bracciate iridate tra i grandi. "Ha l'incoscienza dei giovani", sottolinea il capitano Zazzeri parlando di questo ragazzo classe 2007 che ha fatto la primina e che due settimane fa completava la maturità. Ora, vuole quella nel nuoto.
Carlos, che partenza.
"È stato bellissimo. Era la mia prima finale in un mondiale in vasca lunga. E poi nella 4x100 stile: sognavo sin da piccolo di entrarci in questa staffetta che è sempre stata forte".
Con 4778 ora è il terzo azzurro di sempre nella gara regina alle spalle di Miressi e Ceccon.
"Sapevo di poter scendere ancora dopo il 4796 della batteria. Volevo andare sotto il muro dei 48 secondi".
Chi ha deciso di schierarla in prima frazione?
"L'ho voluto io ed è uscito un gran tempo. Ho tanta grinta così l'ansia non la sento".
Vicentino come Ceccon e si allena a Verona come Ceccon.
"Sì, è bello ovviamente allenarsi nella stessa piscina con Thomas, anche se con lui non mi alleno mai, perché non abbiamo gli stessi orari. Mi vedo più spesso con Martinenghi".
È un altro veneto che ha scoperto le sue potenzialità.
"Sì, Emiliano Brembilla. È sempre stato al mio fianco in tutti questi anni così come il mio coach Luca De Monte, e mi ha dato tantissimi consigli, soprattutto sul nuoto, su come gestirmi, cosa fare".
Un anno fa era all'Olimpiade, il più giovane nel nuoto.
"È stato stupendo. All'inizio non era previsto, ho saputo solo un mese prima che ci sarebbe stata la possibilità di fare la 4x200 stile. È stata un'esperienza importante perché ho imparato come i campioni si approcciano alle gare o a un semplice riscaldamento".
Greg Paltrinieri ha lanciato l'Italia a Singapore. Lei, la staffetta d'argento.
"Greg è un grandissimo atleta, sia in acqua che fuori. Ero anche in camera con lui all'Olimpiade. Dà sempre il meglio di sé, come nella 10 km in cui si è fatto male subito al dito e ha comunque continuato a gareggiare".
Con Sara Curtis siete la new generation dell'Italnuoto.
"La conosco da molto tempo perché abbiamo gareggiato insieme nella Nazionale giovanile. Ero certo che sarebbe arrivata in alto e sono contento di rappresentare con lei questa generazione. Ma non è un peso e ci stiamo divertendo molto. Vogliamo crescere ancora".
Com'è stato il suo inserimento in squadra?
"Bello. Ho letto alla squadra la poesia della matricola. Adesso non chiedetemi di dirla, perché non la so a memoria. Era un po' lunghina".
La gara più bella mai vista?
"Il record mondiale di Jordan Crooks, che al mondiale di Budapest in vasca corta ha fatto 19.9. Mamma mia, mi sono venuti i brividi".
Tifoso di calcio?
"Napoli".
Nella notte Carlos è risceso in acqua per le batterie dei 200 stile. "Amma faticà again". Come il nuovo motto di Antonio Conte.