Mazzarri perde i pezzi Thohir straparla di Messi

Mazzarri perde i pezzi Thohir straparla di Messi

nostro inviato ad Appiano

Gasperini ha ragione, se il sistema Moggi fosse continuato, l'Inter avrebbe continuato a non vincere. Mazzarri glielo ha ricordato e forse sta capendo che ora c'è lui al centro. Tutto gli ruota attorno, Thohir è lontano e quanto ci arriva dal suo continente spesso è da interpretare, qui al momento solo chiacchiere e un disagio che non fa bene alla squadra. Il primo compito di Mazzarri è proteggerla («Non mi importa della situazione meteo di Genova, li voglio concentrati»), e poi fingere che ci sia un gioco, una crescita e arriveranno anche i risultati. Lazio, Udinese e Chievo sono lì a dimostrare che le cose non stanno andando alla grande, tre squadre dietro rispettivamente di otto, dodici e quindici punti. Lui deve salvare la squadra, Thohir l'Inter. Ha avuto sei mesi per capire cosa stava facendo, e si è messo a studiare, non ne capiamo niente noi che siamo qui da una vita, figurarsi cosa può sapere lui di calcio italiano. E così ogni termine sconosciuto lo sta studiando, ci perde le ore, un esterno alto non è uno che viene da fuori sul metro e novanta, le sue competenze sono altre, a lui si chiede di applicarle e quando dice che deve sistemare il bilancio siamo nel suo orto. Voci confermano che il buco è quasi una voragine, per noi che ne capiamo meno è forse una sorpresa, per gli advisor, esperti e califfi dell'economia che ha scomodato, no. Ma Papà Thohir non avrebbe dato il via libera se non avesse fiutato il business, questi ragionano diverso. Di sicuro Mr Erick non potrà tirare avanti molto a questo modo e presentarsi qui a Natale, Pasqua e Ferragosto. Gli serve un uomo che conosca la serie A, il calcio, e sia qui, giorno dopo giorno. Tipo Sabatini, o Leonardo, per le competenze sportive, e un consulente finanziario specifico, figura che pare sia stata individuata in Nicola Volpi, ex ad di Permira, finanziaria specializzata nel private equity e hedge funds, fondi privati da fruttare e posizionare in Borsa. Un progetto a largo raggio che non può risolversi con una sessione di mercato.
L'ultima è ancora timbrata Republika on line, made in Giakarta, dove un tifoso rivela un colloquio con il presidente dell'Inter: «Messi si può - avrebbe dichiarato Thohir -, a patto che le finanze del club non ne risentano». E il reale spiega che qui si vende a prezzi di saldo, Alvaro Pereira in prestito al San Paolo fino a giugno 2015 per 400mila euro, con un diritto di riscatto a 7mln che difficilmente verrà esercitato. Ranocchia non vale i 16 mln spesi, il Dortmund fa questioni per nove. Un'operazione inspiegabile, così come resta inspiegabile il suo non utilizzo da parte di Mazzarri. Il tecnico rimanda alle parole di Thohir quando si parla di acquisti e chiede di fare riferimento a Branca per il mercato, ma si presume che possa almeno far presente che certi giocatori, se non glieli cedono, ha meno pensieri. Rolando, Campagnaro, Andreolli e Samuel, questo Samuel, non valgono Ranocchia e con nove milioni non si prende di meglio. Guarin ha due anni meno di Hernanes e conosce l'Inter. Se esce anche Nagatomo, che sa fare le due fasce e le due fasi, Zanetti torna inamovibile.
Mazzarri non si può nascondere, questa è una fase importante, tornare in Europa significa ridurre parte del passivo annunciato in questa e nella prossima stagione.

Ci sta provando ma ha bisogno di sostegno, forse schiera Milito e Palacio assieme a Genova, magari non dal primo minuto, ma non si capisce perchè non insista su certi giocatori come Olsen che vuole mezza serie A, oppure l'ostracismo a Belfodil, 22 anni, 10 mln per la sua metà. L'unico paletto certo è lui e quando risponde a Gasperini che rimugina sul suo disastroso passato, e gli spiega che per titoli e storia questo club merita solo rispetto, finalmente dice qualcosa da Inter.

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