In un'interessante intervista, a firma dell'eccellente Aldo Cazzullo, pubblicata ieri da Il Corriere della Sera, Sandro Mazzola mette lì, tra il dire e il fare, due o tre cosucce sui favolosi anni Settanta, tra doping e partite combinate. Dunque incominciamo dalle «pastigliette» che, ricorda Mazzola, Helenio Herrera somministrava agli interisti per una migliore prestazione. Gli stessi calciatori sputavano la compressa, sostiene Mazzola, ma il mago, avendo capito l'antifona, scioglieva la pasticca nel caffè. Già Ferruccio, fratello di Sandro, aveva scritto queste memorie acide e velenosissime. Non è finita qui. Passiamo all'argomento corruzione o affini. Mazzola ricorda due episodi, uno legato alla partita con l'Uruguay nel mondiale di Messico '70 e di un accordo per il pari, comodo ad entrambe le nazionali, definito con il capitano uruguagio, non citato nell'articolo. Si trattava di Luis Ubina, scomparso quattro anni fa, dunque impossibile testimone dell'affare.
Nel mondiale del '74, il bis. Ma l'illecito non andò in porto, Mazzola ricorda che, durante l'intervallo della decisiva partita contro la Polonia, si introdusse nello spogliatoio avversario e dialogando in inglese cercò di convincere il capitano Kazimierz Deyna, un altro testimone ormai scomparso, a pareggiare la partita che i polacchi conducevano 2- 0. Il tentativo non andò in porto e l'Italia venne eliminata.
Tutto qui. Pastiglie, combine, inganni. Nessun problema. Roba piccola no? Tutta dimenticata, so' ragazzi, o defunti, o smemorati. O prescritti.Ps. Dimenticavo: Mazzola dice anche che «Moggi è un genio». Questo è il vero scandalo.
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