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Il messaggio cinese non spaventa Suning

Respinta l'accusa di riciclaggio della tv di Stato. Mercato nel mirino del governo

Il messaggio cinese non spaventa Suning

I cinesi hanno un modo singolare di dare il benvenuto. Almeno stando a quanto successo all'Inter che appena messo piede in Cina ha dovuto fare i conti con l'attacco a Suning in una trasmissione sulla tv statale Cctv. Non si possono definire in altro modo le parole di Yin Zhongli, ricercatore al Financial Research Institute: «Questo club (l'Inter, ndr) ha chiuso gli ultimi cinque anni, con perdite totali pari a 275,9. A quale scopo una società cinese ha deciso di acquistarlo?». Alla domanda è seguita una considerazione che allarga il discorso agli investimenti all'estero dei grandi gruppi cinesi che «hanno in comune il fatto di avere basse probabilità di generare flusso di cassa e quindi non posso escludere la possibilità di riciclaggio di denaro», l'affondo del ricercatore, che appartiene a un pool di esperti governativo. Parole che hanno avuto un effetto immediato sul titolo del gruppo Suning Commerce che ha perso fino al 6,5% e cedere il 2,5%.

Non solo conseguenze in borsa. Quello veicolato attraverso la tv di stato è un monito rivolto a tutti i gruppi, come a dire che il governo cinese sta monitorando tutto quello che sta succedendo. Un messaggio che potrebbe avere ripercussioni anche sul calciomercato, dove operazioni eclatanti potrebbero finire ancora di più nel mirino.

Comunque le accuse di riciclaggio di denaro sono state rispedite al mittente dal vicepresidente del gruppo fondato da Zhang Jindong, Sun Weimin: «La politica industriale interna è un forte sostenitore di Suning per gli investimenti all'estero». Come a dire che il colosso del commercio ha fatto tutto seguendo le indicazioni del governo. E sull'Inter ha precisato: «Investendo sul club nerazzurro è più facile comprendere i possibili sviluppi nel mondo del calcio. E in questo modo si può migliorare anche il livello di quello cinese grazie all'apprendimento».

Non solo tv. A ruota un articolo del South China Morning Post che coinvolge anche il Milan (e si definisce poco conosciuto l'imprenditore Li Yonghong che si è fatto prestare 300 milioni da Elliott per rilevare il club rossonero), è ancora più duro nel definire «irragionevoli» gli investimenti in alcune società che perdono denaro. Anche se si sottolinea che le valutazioni dei club non sembrano gonfiate in modo da nascondere traffico di denaro illegale. Piuttosto queste acquisizioni sono viste come un mezzo per spostare i beni fuori dal Paese.

Resta da capire perché Suning che stima di arrivare a fatturare 100 miliardi di euro, possa correre il rischio per un investimento da poche centinaia di milioni. Una grandezza che ha impresionato Gagliardini: «Ho visto cose che non credevo che esistessero». E comunque il colosso cinese non si ferma, ribadisce che per l'Inter tutto è stato fatto rispettando sia le leggi italiane che quelle cinesi.

E nell'ultimo cda del club nerazzurro dello scorso nerazzurro sono stati ampliati i poteri a Steven Zhang. Ad esempio potrà firmare trasferimenti di calciatori per un valore fino a 40 milioni di euro; potrà firmare accordi per sponsor e stadio fino a un milione di euro.

Altri passi del figlio del patron Zhang Jindong verso la presidenza.

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