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"La mia Sprint è una gara contro l'uomo. E io un animale da battaglia pronto al bis"

Dopo l'argento di 4 anni fa, il fondista domani vuole ripetersi e spiega l'addio alla Nazionale: "Un rischio, ma una scelta obbligata per inseguire un altro sogno"

"La mia Sprint è una gara contro l'uomo. E io un animale da battaglia pronto al bis"

Quattro anni fa in Corea vinse l'argento della sprint nella tecnica meno amata, quella classica dello sci di fondo, a passo alternato. Da quel giorno di festa e grande orgoglio, Federico Pellegrino ha puntato l'obiettivo su un'altra gara, la sua gara. Sempre sprint, naturalmente, ma a tecnica libera, a passo di pattinaggio. Otto febbraio. Ci siamo. È domani. Alle 9.50 del mattino (pomeriggio inoltrato in Italia) il valdostano comincerà dalle qualifiche la lunga rincorsa al suo secondo podio olimpico con un obiettivo molto chiaro in testa: emulare il norvegese Hattestad che a Sochi nel 2014 vinse l'oro della sprint a 32 anni, quelli che Federico compirà a settembre.

A uno come lui, campione anche nel pianificare secondo per secondo ogni giornata della sua vita, il tempo non basta mai. Così, dopo un matrimonio rimandato di un anno per Covid e finalmente celebrato a giugno con la fondista azzurra Greta Laurent, sua compagna da oltre dieci anni («è lei la vittoria più bella mia vita») e la decisione di cambiare completamente sistema di allenamento, eccoci alla resa dei conti. A 31 anni nel fondo non sei vecchio ma nemmeno giovane, nella sprint la brillantezza fisica conta, ma dalla sua Chicco ha anche molto altro. Ha, come dice il suo nuovo allenatore tedesco Markus Kramer, «un'intelligenza tattica fuori del comune e superiore a tutti gli avversari». Sì anche al numero 1 norvegese, quel Johannes Klaebo delusissimo dalla sua prima gara olimpica (40° nella 30 km di ieri) e sicuramente desideroso di riscatto per bissare l'oro nella sprint di quattro anni fa.

«L'obiettivo è il podio. Anche se su questa pista non ci ho mai sciato, ho già fatto almeno dieci sprint sul tracciato di gara. Da quando sono stati disponibili i profili altimetrici mi ci sono immaginato ogni notte e quando sarà l'ora mi sembrerà di essere su uno dei classici circuiti di Coppa, dove ho gareggiato tante volte». Pellegrino sfiderà norvegesi, francesi, russi e non solo. Sfiderà anche chi potrebbe puntargli il dito contro per la scelta fatta in primavera, quella di lasciare la nazionale (dopo l'addio del tecnico Marco Selle) per prepararsi, assieme all'amico Francesco De Fabiani, con il team internazionale guidato da Kramer. «Cambiare tutto alla vigilia dell'anno più importante poteva essere un rischio, ma andava corso. A prescindere dai risultati, questa resterà l'esperienza professionale più interessante della mia carriera. Ho scoperto un diverso metodo di lavoro, mi sono allenato tanto di più, ma mi sento molto più fresco. Ho vissuto tutto con entusiasmo, anche le tre settimane al mese lontano da casa. Certo, dopo il matrimonio con Greta stare tanto via da lei è stato difficile, quando abbiamo visto i rispettivi calendari ci siamo un po' preoccupati, perché noi ci siamo sempre trovati bene condividendo tutto. Ma il sacrificio serviva per la mia vita d'atleta. A tecnica libera ho vinto il 97% delle mie gare, questa è un'opportunità che non voglio perdere. Nella sprint non si corre contro il tempo, ma contro l'uomo e io sono un animale da battaglia. Mi piace la sfida e quando me la devo giocare esce sempre qualcosa in più».

Vai piccolo grande Chicco, vai a caccia del gigante biondo del nord.

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