«La mia vita sentimentale? Il doppio lo faccio con Sara»

S e ti chiami Serse o sei il re di Persia e dell'Egitto e puoi maledire anche l'Ellesponto oppure sei un pirla qualunque sbattuto fuori da un campo di calcio per colpa anche del cognome, Cosmi. Se, invece, porti il nome di Massimiliano o di Andrea, di Walter o di Josè, di Antonio o di Zdenek, puoi anche insultare e mandare a spalare il mare, non l'Ellesponto, tanto nessuno muove un dito contro di te. Infatti così accade nel nostro campionato di pallone, laddove a molti è permesso dileggiare arbitri e assistenti, senza che ci sia reazione disciplinare. Allegri e Stramaccioni così si sono comportati, minacciando e, addirittura nel caso del montessoriano interista urlando al guardalinee (si chiamava così un tempo) di "svegliarsi", strillato con disprezzo. E poi? Poi assumono il contegno da intervista, sono pettinati nel dire e nel fare, cercano frasi ad effetto ma sono minestre senza sapore e senza senso. E' un calcio maleducato, alla ricerca dell'insulto e della protesta continua. Mancano i protagonisti, si raschia il barile per scovare qualche promessa.
Per provare il sapore giusto, domenica scorsa, era necessario osservare i bostoniani della pallacanestro che hanno dato la sveglia (Stramaccioni dixit)ai cestiti di Milano oppure navigare su internet e assistere al clasico di Spagna, laddove Cristiano e Messi hanno fatto vedere e capire quale sia la differenza tra loro e il resto del circo, due gol a testa, pari e patta anche se il Real di Mourinho sta lontano dalla testa. È altra roba, anche se in Spagna litigano su arbitri e provocazioni indipendentiste, è un gioco diverso in Inghilterra, in Germania e in Francia, perché comunque è sport e non rissa, anche dialettica.
Il giorno dopo delle nostre partite è sempre un giorno durante, si continua a sputare sull'avversario, sia questo un arbitro i suoi collaboratori, la squadra rivale, la stampa (da segnalare il bon ton di tale Aronica che ha aggredito un giornalista colpevole di averlo criticato, in assenza del magistrato ci pensano i calciatori ad affrontare il problema dell'informazione).

Detto questo c'è ancora qualche bella gioia che parla del ranking Uefa, dei criteri di classifica europea e non guarda, invece, dentro il proprio caseggiato. Infatti il nostro campionato altro non è che un condominio con schiamazzi diurni e notturni, immondizia per strada e parcheggi selvaggi. Siamo italiani, no?

Commenti
Disclaimer
I commenti saranno accettati:
  • dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
  • sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.
Accedi
ilGiornale.it Logo Ricarica