Franco OrdineBasta scorrere il calendario milanista del mese di gennaio per capire lo stato d'animo di Sinisa Mihajlovic e di tutto il gruppo al completo (ieri è tornato anche Galliani). Si comincia col Bologna, e non è una passeggiata di salute, poi tocca la Roma, quindi il Carpi per la coppa Italia, ancora sotto con la Fiorentina e infine, dopo l'Empoli, il derby del 31 gennaio: vi sembra uno scherzo? «Se vinciamo le prossime tre diamo una svolta autentica, altrimenti è un'agonia»: la frase del condottiero serbo è fatta apposta per segnalare la propria consapevolezza e mettere pressione all'intero gruppo nel quale torna ufficialmente Boateng e dal quale sono pronti a partire de Jong oltre che Cerci, Nocerino e Zapata. Ma non è l'unica stoccata di Sinisa tornato a ruggire, specie quando gli prospettano lo scenario pubblicato dai giornali natalizi (mercato minore in attesa del cambio di allenatore, Conte tanto per fare un cognome). La risposta dell'interessato, chissà se preparata, è di quelle che lasciano il segno: «Un leone non perde il sonno per l'opinione di una pecora, un leone se la mangia la pecora!». Leone o pecora lo vedremo, la realtà è però proprio questa: che gennaio sarà lo spartiacque del futuro di Miha anche se il serbo è lesto nel segnalare che «non mi aspetto nessun regalo da Berlusconi sul mercato perché il regalo me lo ha fatto facendomi allenare il Milan, ed è scelta che non dimentico». Per affrontarlo, questo mese terribile, hanno abolito il viaggio-gita a Dubai (l'anno scorso fu l'origine di tutti gli infortuni successivi) e preparato anche il ritorno dei due autentici rinforzi, Balotelli (forse con la Fiorentina) e Menez (magari nel derby). Poi ogni buon proposito dev'essere confortato da risultati e gioco che al Milan sono una cosa sola, come ha imparato lo stesso Sinisa. «Siamo la squadra che ha schierato il maggior numero di italiani, 7-8 a Frosinone, e con l'età media più bassa, 25 anni: questi dati però non li vedo sui giornali» è la conclusione della sua filippica prima di prendere in giro, affettuosamente, Honda per l'intervista giapponese («non mi aspettavo un Milan così malmesso, che cambia sempre allenatori»). «Honda quando non gli conviene dice di non capire, più che un giapponese mi sembra un napoletano» la sua chiosa che non lo distoglie dall'intenzione di farlo giocare oggi col Bologna.
Decisivo, il mese di gennaio, è anche per le sorti del negoziato con mister Bee Taechaubol, il magnate thailandese che sta cercando di onorare la promessa d'acquisto del 48% delle azioni rossonere. La cifra eventualmente versata, 480 milioni, potrebbe sanare molte ferite aperte nel bilancio.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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