di Franco OrdineLo spot per lanciare la campagna abbonamenti della nuova stagione rossonera prometteva, con la partecipazione dei principali protagonisti la fedeltà al Milan nella gioia e nel dolore tipo formuletta matrimoniale. Le premesse c'erano tutte: un sontuoso mercato ancorchè incompleto, un nuovo allenatore fatto e finito considerato più affidabile dei due precedenti, alle porte un magnate thailandese deciso ad acquistare il 48% delle azioni a 480 milioni. A proposito: ieri c'è stata una telefonata di auguri tra Berlusconi e Mr Bee con la promessa di aggiornarsi al 2016 per la conclusione della trattativa. Dopo cinque mesi delle gioie non c'è traccia alcuna mentre si sono moltiplicati i dolori oltre che le divisioni (interne) e le polemiche per i risultati deludenti. La curva, da tempo, ha preso a contestare solo e soltanto Adriano Galliani (e l'accanimento è alquanto sospetto); Mihajlovic invece di dedicarsi a migliorare il copione calcistico e a trovare un sistema di gioco definitivo ha prima puntato il dito «contro l'aria strana attorno alla squadra» e poi contro gli arbitri (che ne hanno combinate un paio davvero grosse); la società, un tempo un monolite, divisa adesso in due divisioni è spesso espressione di due distinte anime. Un tempo, chè anche nel passato berlusconiano del Milan ci sono state stagioni deludenti e tempestose, il club ne è sempre uscito mostrando una corazza d'acciaio ispessita da dirigenti, allenatore e calciatori di forte personalità oltre che di grande cifra tecnica. Oggi il panorama è cambiato clamorosamente. A Milanello ci sono interpreti tremolanti, basta un fischio per mandarli in tilt, il tecnico è alla ricerca di nemici da segnalare, il pubblico ha abbandonato San Siro. Silvio Berlusconi si è speso per finanziare il mercato, infondere coraggio al gruppo e rilasciare ampio credito al nuovo tecnico: l'ha fatto con visite settimanali, con colloqui personalizzati, spendendosi personalmente con gli sponsor per lucidare lo smalto del brand. Ieri di sicuro non ha condiviso l'attacco agli arbitri, segnalando una «squadra poco affiatata». E a questo punto è dalla squadra che deve arrivare il segnale che tutti hanno atteso dall'inizio della stagione: o sono capaci di rialzarsi, con le loro forze, a cominciare da giovedì in coppa Italia, oppure sarà notte fonda, ancora una volta per il terzo anno consecutivo.
Ed è impensabile che un intervento sia pure generoso sul mercato di gennaio o il recupero di Balotelli (ieri tornato a Monaco per un controllo col chirurgo) possano ridare vigore morale a un ambiente che ha bisogno più di attributi che di piedi buoni e nobili.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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