Franco OrdineSinisa Mihajlovic ha il dono della schiettezza. Basta ascoltarlo per comprendere senza possibilità d'errore quel che sta accadendo nelle viscere del Milan. E se ci sono da fare scelte o paragoni impegnativi, non è certo il tipo da tirarsi indietro. Meglio sinceri rischiando qualche incidente diplomatico che ipocriti. L'incontro con Berlusconi di venerdì a pranzo? «Solo qui c'è la fissazione del mio rapporto con il presidente: ci siamo salutati, baciati e abbracciati» la sua risposta che non vuol dire andiamo perfettamente d'accordo sui temi di calcio poiché è vero il contrario ma non ci sono ancora segnali di gelo totale o di isolamento del tecnico che resterà in sella fino a giugno. La sconfitta con il Sassuolo poi, a suo parere, ha due spiegazioni brutali. La prima: «l'assenza di Abate e Montolivo, due leader»; la seconda: «prima Balo e poi Menez non hanno avuto continuità nel fare ciò che avevo chiesto loro». Di qui la scelta di lasciarli in panchina e, in assenza di Luiz Adriano ieri convocato, di passare al 4-3-3 per sopperire all'emergenza in attacco dove tra l'altro Honda e Bonaventura «hanno avuto qualche calo perché giocano sempre loro e non abbiamo ricambi». Ancora più feroce il giudizio riservato proprio a Balotelli, la sua scommessa persa: «Si allena con noi da due mesi, non è una questione fisica quindi, deve migliorare e aiutarsi da solo, il suo problema è la testa». Di qui l'annuncio secco: «Col Chievo giocheranno solo quelli che sono al 100%, gli altri entreranno dopo». Con qualche rischio evidente: il reintegro di Poli (mai utilizzato prima) a centrocampo, Bertolacci centrale davanti alla difesa nell'attesa che «sia pronto Locatelli, mi ha sorpreso il ragazzo». Perciò uno come Mihajlovic non si lascia sedurre dalla testimonianza di stima proveniente dallo spogliatoio di Milanello. «Andrebbero sentiti quando non ci sono più, ora cosa devono dire?» la sua chiosa disincantata.
Invece è in grado di apprezzare le parole di Maldini («si vede che è un Milan che sta venendo fuori da due anni di difficoltà») e di lucidare la propria contabilità, sicuramente migliore rispetto alle stagioni di Seedorf e Inzaghi («chi se ne intende capisce che è migliorato lo spirito di squadra»). Certo la classifica non è ancora sufficiente per centrare la Champions. «Dovrebbero prendere esempio dallo spirito mostrato dalla Juve con il Sassuolo o dalla corsa di Mandzukic a Bergamo» è l'ultimo schiaffo ai suoi.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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