P oche storie: è il Milan delle occasioni perse. Ancora una volta, a dimostrazione che forse non è solo questo o quel difetto a rallentare la marcia negli snodi decisivi. Mancato il terzo successo di fila, sequenza centrata una sola volta. Anche questo è un sintomo vistoso dei limiti complessivi del gruppo, incapace di mettere in fila una striscia promettente di risultati. Sprecata ieri la golosa possibilità di guadagnare, in un solo pomeriggio, sotto il diluvio di San Siro, due punti su Fiorentina e Inter, che ha reso perciò sempre più lontana la ipotetica rincorsa alla Champions. La differenza, rispetto ad altre prove deludenti domestiche vissute di recente (contro Bologna e Verona) è un'altra: il Milan di ieri è uscito tra gli applausi del suo pubblico, attestato significativo a metà di una stagione piena di ritardi, polemiche, contestazioni feroci e disaffezione del suo popolo tornato a innamorarsi dopo il felicissimo derby. Meritato il sostegno dei tifosi perché dopo la falsa partenza (gol di Armero, l'ex col veleno tra i piedi), la squadra di Mihajlovic ha apparecchiato una intera frazione, la seconda, di ottimo calcio e di grande spessore tecnico mostrando anche una straordinaria salute fisica. Ha subito pareggiato i conti grazie a uno spettacolare contropiede ispirato da Bacca per Niang ma inaugurato da una delle tre prodezze fantastiche firmate da Gigio Donnarumma, il vero fenomeno della compagnia rossonera. Senza lasciarsi condizionare dall'enfasi, ieri abbiamo conosciuto il vero erede di Gigi Buffon. Inchiodato il pareggio, il Milan ha fatto molto di più e di meglio. Col discutibile contributo di Balotelli intervenuto dopo l'intervallo e quello appena più concreto di Boateng, ha martellato la difesa dell'Udinese che ha retto a una bella striscia di attacchi, portati in particolare sul binario di sinistra dove Niang per un quarto d'ora (poi è uscito rimpiazzato da Boateng) ha seminato autentico panico tra i difensori friulani. Bacca non si è confermato lo spietato killer di altre recenti circostanze, Bertolacci, a caccia di gloria, ha scheggiato la traversa e il portiere friulano ha agguantato la palla giusto sulla linea, un paio di tiri da fuori area (16 alla fine la contabilità complessiva) hanno messo i brividi a Karnezis e nient'altro. Tra i rilievi da presentare al Milan, al netto dei primi sbandamenti (Bertolacci molle, Honda poco reattivo nei recuperi, Udinese temibile sulle fughe di Matos), ce n'è uno che ha a che vedere con il recente mercato di gennaio. In questa finestra sono partiti da Milanello (per risparmiare stipendi) Suso e Cerci verso Genova mentre El Shaarawy di ritorno da Montecarlo è stato dirottato a Trigoria. Mihajlovic, insomma, non ha più a disposizione un sostituto di Bonaventura o di Honda da schierare sui due lati nel collaudato 4-4-2.
Ha dovuto così prima partire con Kucka (esperimento fallito), poi puntare su Boateng quando Niang ha accusato un affaticamento muscolare: due ripieghi. Balotelli è ancora lontano dal rendimento che tutti si aspettano. Quando scalderà il motore sarà forse troppo tardi.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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