Il Milan ammonisce la Lega: "Il calendario va cambiato" E con i viola ritorna Cassano

"La Juve contro il derby in posticipo ma in 4 turni gioca dopo di noi e in campo neutro con il Cagliari". Fantantonio in panchina e forse...

Il Milan ammonisce la Lega:  "Il calendario va cambiato"  E con i viola ritorna Cassano

Milanello - La guerra degli anticipi (con la Juve) e il ritorno di Antonio Cassano. Sono due gli argomenti iscritti all’ordine del giorno a Milanello, hanno pari audience ma forse è il caso di partire proprio dal caso che ha colpito il cuore del calcio italiano. Antonio Cassano è tornato, dopo 5 mesi, un ictus ischemico accusato al ritorno dal viaggio a Roma (29 ottobre) e un intervento (4 novembre) per sanare una modesta malformazione cardiaca. Ha temuto di dover smettere la sua carriera, si è allenato con insospettata solerzia, ha superato le rigorose visite mediche incassando l’idoneità. È destinato alla panchina, senza avere, nelle gambe una gran condizione fisica. «Antonio sta meglio rispetto a Cagliari quando debuttò con noi» è il certificato firmato da Allegri, «mai pentito di aver lanciato nella mischia Pato in Champions», perché anche allora, medici e preparatori gli affidarono un giocatore perfettamente guarito. Cassano può accomodarsi in panchina, attendere gli eventi ed eventualmente intervenire qualora la sfida con la Fiorentina non si dovesse schiodare dallo 0 a 0 iniziale. Ieri Antonio si è presentato a Milanello con la divisa ufficiale in auto. «Me la sono portata per scaramanzia, mister» la frase dedicata ad Allegri. Potrà indossarla oggi e tornare a sentirsi, dopo 5 mesi, un calciatore oltre che un giovanotto di quasi 30 anni vivo e in piena salute. Salvato dal medico Tavana e dall’equipe del Policlinico di Milano. «Io non do premi» è il chiarimento di Allegri: qui c’è un campione da recuperare, le cui giocate, anche se ridotte a una frazione di tempo ridotta, possono contribuire a orientare la corsa scudetto. «Voglio ringraziare Tassotti che mi ha sempre sostenuto e la mia famiglia che mi ha sopportato per 5 mesi, non credo d’essere mancato a Ibra. Voglio lo scudetto e un grande europeo» le altre pillole dell’intervista concessa a Mediaset dall’interessato.

La prima (buona) notizia è Cassano, la seconda è quella del duello politico e polemico con la Juve. Che procede scandito ora da una guerra sorda su anticipi e posticipi. Alla richiesta, ufficiale, di Andrea Agnelli, la risposta, ufficiosa, del Milan è stata la seguente: come mai a Torino vogliono giocare alla stessa ora durante la penultima giornata ma non aprono bocca sul fatto che il Milan gioca prima nei precedenti quattro turni. «Se deve esserci pari trattamento, provveda la Lega e che sia rispettato sempre» le parole di Allegri, poco esaltato dalle «troppe chiacchiere» su un argomento che ha poco a che vedere col calcio e con le partite. Anche perché al Milan non sono per niente d’accordo sul fatto che Cagliari-Juve si possa giocare in campo neutro a Trieste: la famosa e sventolata regolarità del campionato andrebbe a farsi friggere. C’è da scommettere: non finirà con una semplice correzione del calendario promesso da un presidente della Lega, Beretta, che è una sorta di fantasma.

Allegri non ha gradito la frase di Conte «devono sputare sangue» («vuol dire che devono picchiarci») e nemmeno i cenni alla rottura col presidente Berlusconi («dopo Barcellona non l’ho sentito, non so se rischio»). Ha solo capito che questa volta, sugli infortuni, bisogna andare coi piedi di piombo: Van Bommel, Nesta, Antonini e Boateng sono rimasti a casa.

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