nostro inviato a Bergamo
Una notte da Champions che potrebbe essere la svolta per il Milan. Una rimonta clamorosa non solo nel risultato, ma anche nella prestazione, quella che ridimensiona l'Atalanta e fa scattare la squadra di Gattuso trascinata dalla doppietta di un incredibile Piatek. Infatti per una notte i rossoneri sono più vicini al terzo posto, l'Inter è distante un punto, che al quarto dove adesso si aspetta la risposta delle due romane. Per Gasperini non è una bocciatura, ma la conferma che appena la squadra cala fisicamente emergono i limiti: già con la Spal si era intuito il rallentamento, il Milan l'ha reso evidente. Certo l'episodio del gol subito prima dell'intervallo ha mandato in cortocircuito la macchina di Gasp, ma non può giustificare una ripresa da non pervenuta.
L'arena di Bergamo vestita da Champions dice Milan, che mostra i muscoli ma anche qualità. Perché Gattuso si presenta sì con l'elmetto, ma pronto allo scontro fisico. Perché l'Atalanta ti viene addosso e non devi sottrarti se non vuoi finire travolto. Per mezz'ora i rossoneri tengono botta con la diga Kessie-Bakayoko, ne risente la partita che non è certo all'altezza del grande palcoscenico europeo a cui ambiscono le due contendenti. Ma basta una scintilla perché si accenda: appena i rossoneri devono prendere fiato ecco che la bestia di Gasperini li azzanna. Ilicic manda per praterie Rodriguez e serve un cioccolatino a Freuler, che lo scarta in qualche modo, comunque quanto basta per battere un imperfetto Donnarumma per una volta non in vena di miracoli. Il Milan barcolla, Gomez non trova il micidiale uno-due. E quando sembra che i rossoneri aspettino solo l'intervallo per riordinare le idee e soprattutto rimettere in sesto i muscoli, ecco Piatek. Al polacco basta un cross per impallinare Berisha con una strepitosa deviazione al volo, anticipando Djimsiti che Gasperini aveva messo a uomo sul pistolero. Sull'altro fronte è straripante la forza fisica di Zapata. Gasp ha fantasia da Ilicic, molto meno da Gomez, di fatto regista dell'Atalanta, mentre Paquetà si fa apprezzare per la disponibilità al sacrificio.
Il gol subito quando praticamente era già negli spogliatoi è una mazzata per l'Atalanta che riparte rabbiosa, ma si spegne subito. Merito dell'uomo che meno ti aspetti, il più criticato: Calhanoglu. Gattuso l'aveva detto che stava ritrovando anche il tiro, che con il Cagliari era stato un fesso a non segnare. E ieri il turco si è ripreso tutto con gli interessi piazzando un destro micidiale nell'angolino basso. La rimonta rossonera ha piegato l'Atalanta, che ha incassato anche il colpo del ko subito dopo il cambio del deludente capitan Gomez. Ancora Piatek che di testa segna il diciassettesimo gol in serie A. Con il Milan quattro gol di fila in campionato, il sesto in cinque gare. La notte di Bergamo conferma che il Diavolo ha il bomber da Champions. Altro che Higuain, perché Piatek non si fa problemi a trasformare in oro quel poco che gli viene recapitato dalle parti dell'area. Il pistolero è l'esaltazione di un collettivo che Gattuso ha plasmato a sua immagine e somiglianza e che su uno dei campi più difficili d'Italia, dove per capirci la Juventus è stata travolta in coppa Italia e fermata in campionato, acquisisce definitivamente la dimensione di squadra vera, da quarto posto. Per la crescita esponenziale, arrivata attraverso anche tanti infortuni e un caso di nome Higuain.
Gattuso ha trovato la quadra, ha i suoi fedelissimi, l'undici tipo dove adesso trovare posto è un'impresa per chiunque. Superata con slancio sorprendente la prova di maturità, adesso serve la continuità per centrare la Champions.
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