Dopo undici turni (meno di un terzo del torneo) è possibile stilare un primo bilancio su questo nuovo Milan targato Max Allegri che naviga ai bordi del quartetto di testa. Al culmine del 2 a 2 di Parma che sa ancora una volta di grande occasione persa, il verdetto è il seguente: il Milan non è attrezzato per concorrere alla corsa per lo scudetto.
E qui c'è bisogno di spiegazioni approfondite per dare conto del giudizio a cominciare dalla cifra tecnica complessiva del team. Basta riflettere sull'ingenuità commessa da Estupinan sul finire della prima frazione per cogliere il primo riscontro. È vero che nella ripresa ha firmato un intervento difensivo su Pellegrino ma - al ritorno dopo un mese d'assenza per infortunio - il suo contributo complessivo è stato davvero modesto a tal punto da far rimpiangere persino Bartesaghi che pure con la Roma aveva commesso qualche strafalcione iniziale (Soulè).
Se si accende poi un riflettore su Fofana è facile riassumere le sue prove in altrettante insoddisfazioni: sul piano offensivo ha avuto più occasioni da gol sbagliando sotto porta e fermandosi al sigillo di Udine, mentre da guardiano dell'argine a Parma come in altre occasioni si è lasciato passare davanti Delprato senza intuire il pericolo un attimo prima del 2 a 2. Terzo appunto: Nkunku, dopo un'ora di gioco, ha lasciato il posto a Loftus Cheek con zero rimpianti, segno di un contributo alla causa molto modesto.
C'è inoltre da segnalare un minimo comun denominatore che è di natura psicologica e riguarda la personalità del gruppo. Per stare al vertice del campionato devi poter contare su una squadra che non teme di sfidare la tempesta nei momenti clou delle sfide.
A Parma invece qualche antico difetto -crisi di panico e perdita di lucidità sui falli laterali- è emerso in modo preoccupante per l'assenza di qualche leader (Rabiot) e perché la transizione tra quel Milan preda del panico collettivo e quest'altro, più maturo, non è ancora completata. Di qui la necessità, sul mercato di gennaio, di correggere la rosa con qualche altra iniezione per sopperire agli acerbi (Athekame tra questi) esponenti. Sul punto non bisogna dimenticare che, se non ci fosse stato l'infortunio toccato a Jashari e la sconfitta domestica con la Cremonese, Rabiot non sarebbe mai arrivato. Per fortuna di Allegri, c'è in questo scenario non esaltante, una luce che proviene da Rafa Leao e dalla sua recente striscia.
Al di là dei gol (raggiunto a quota 4 Pulisic), quel che conta è la tendenza a imporsi come leader del gruppo, prendendosi la responsabilità del rigore, suggerendo con un tacco strepitoso la golosa occasione per Pulisic di ripassare davanti al Parma nel risultato. A questo punto, rosa alla mano, l'unica coppia di attaccanti praticabile nel derby prossimo e nelle occasioni successive è quella costituita appunto dal portoghese e dall'americano.