La Roma è a meno cinque dalla Juve, il Milan è a più cinque da un posto retrocessione, dov'è l'errore? Il Milan berlusconiano non era mai stato così disastrato e devastato dai numeri negativi. Nei peggiori ricordi si arriva a un «-14» punti dalla prima ('97-98, l'anno del ritorno di Capello), ma qui siamo già a «-27» freddo da far male. Le vittorie (4) sono il segnale dell'impotenza e dell'incapacità del tecnico di trovare una soluzione ai problemi. Le reti subite più ancora di quelle dell'anno passato (ora sono 26 contro 22). E vai a prendertela con l'arbitro: Allegri si è beccato una multa per avere gridato nel corridoio che porta agli spogliatoi, si chiamano «espressioni irrispettose». Muntari ha subito una stangata di tre giornate per aver colpito Kzumanovic con un pugno. Balotelli, anzichè pensare ai gol mancati, si è preoccupato di twittare gli auguri (ironici) all'arbitro e di far sapere che sta sempre con Fanny. Robinho, mentre i compagni pativano a San Siro, se ne stava in Brasile: si è fatto riprendere con faccia divertita insieme agli amici. E il tifo del web si è scatenato contro tale scarso senso dell'opportunità. Niang, appena sbarcato a Montpellier, ha raccontato che a Milano tutto è fatto in funzione di Balotelli: lui si prende la gloria (quale?) gli altri le fatiche e, ormai, gli insulti.
Questo è il Milan, un concentrato di azioni sbagliate, una squadra che butta via occasioni e punti. Squadra senza grandi giocatori, senza gente che sappia far buon uso della propria, supposta, intelligenza. I giocatori sono fantastici nel combinare guai, farsi espellere, giocare con poca concentrazione, rovinare le partite e il futuro. In una squadra che voglia far strada servono calciatori che sappiano usare la testa prima dei piedi. Qui mancano l'uno e l'altro: dunque eccoli a cinque punti dalla retrocessione. Si dice manchino presupposti tecnici perchè il Milan possa rischiare di retrocedere. Una squadra che può ancora vantarsi di giocare la Champions, l'unica italiana.... Sarebbe un peccato doppiamente mortale. L'altra sera Zvone Boban è stato terribile nell'accusa: «In questa società manca la serietà di una volta». E realistico nelle speranze: «Spero scelgano un bravo allenatore. Per il momento non può esserlo Seedorf: non è cosa sua». Chi ha orecchi per intendere, intenda.
Lady B., anzichè preoccuparsi degli architetti alla moda, dovrebbe cercare qualche buon tecnico a cui chiedere consigli, qualche giocatore di valore e magari impiegare più danari nella campagna acquisti e meno nel restyling del logo societario. Tanto per non fraintendersi: l'ultima volta che il Milan si ritrovò in una posizione tanto delicata, alla 17ªgiornata, finì in serie B: in un torneo a 16 squadre. Qui starebbe ancor peggio se i club non fossero venti. Quel Milan, campionato '81-82, era 15° con sole tre vittorie (6 pari e 8 sconfitte), i punti sarebbero stati 15 secondo il conteggio attuale ed invece c'era un bel «-20 punti» dalla Fiorentina capoclassifica.
Oggi tutto sembra molto più disastroso, anche se Allegri ricorda che gli infortuni sono tanti. Galliani in partenza per il Brasile ha ammesso: «Mi aspettavo più punti in campionato, qualche scusante c'è». Ma due vittorie nelle ultime 10 giornate sono un atto d'accusa, l'incapacità del tecnico di vincere i derby, anzi la bravura a perderli (4 degli ultimi 5) è un indizio. Allegri cominciò vincendo tre derby. Poi, persi i campioni, si è arenato.
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