Contrordine milanisti: nessuna guerra agli assistiti di Raiola. È il messaggio distensivo lanciato dal club nel fine settimana più difficile e complicato della loro stagione appena cominciata e già finita in una curva pericolosa. Perché l'entusiasmo di tifosi e addetti ai lavori seguito alle prime mosse di mercato (in sequenza sono arrivati Musacchio, Rodriguez, Kessie e Andrè Silva non proprio pizza e fichi) è stato sotterrato dalla delusione per il no pronunciato da Raiola per conto di Gigio Donnarumma e della sua famiglia. Dallo staff dell'agente italo-olandese con residenza fiscale a Montecarlo fanno sapere che non c'è stata trattativa perché le parti si sono offese per il modo perentorio con cui Fassone e Mirabelli hanno reclamato una risposta entro il 13 giugno. «Che fretta c'era? Potevamo discuterne a ottobre o novembre» la frase che il portiere attualmente in Polonia per l'europeo under 21 ha rivolto al ds Mirabelli. Già perché il Milan avrebbe dovuto cominciare l'ultimo anno di contratto senza conoscere il destino del proprio tesserato e scoprire prima di Natale che Raiola e la famiglia avevano preferito Madrid a Milano. Favolette, insomma. Raccontante per incantare qualche ingenuo in circolazione.
A cui il Milan ha risposto ieri con un intervento distensivo. «Nessuna conseguenza del caso Donnarumma su Abate e Bonaventura» il messaggio lanciato più che a Raiola ai due interessati che dalle parti di Milanello hanno sempre avuto, per dirla alla Spalletti, un comportamento esemplare. Non solo. Ma l'infortunio di Jack è forse uno dei motivi per spiegare quel diverso rendimento della squadra di Montella nel girone di ritorno. La diplomazia usata con gli altri assistiti di Raiola non modificherà di una centimetro la posizione politica del club sul futuro immediato di Gigio. Mirabelli, il ds, nelle prossime settimane, volerà in Polonia per assistere ad alcune partite dell'europeo e non è escluso che possa incrociare Donnarumma per recapitargli un altro messaggio in codice. Questa volta avrebbe una connotazione biblica. Potrebbe ricordargli la parabola del figliol prodigo e fargli intendere che al Milan sarebbero pronti ad accoglierlo a braccia aperte qualora volesse cambiare posizione.
La scelta del suo sostituto infatti è stata rallentata perché sia il dossier di Neto (la Juve non ha ancora ufficializzato il prossimo vice di Buffon) che quello di Perin (mancano le garanzie fisiche e la prima richiesta di Preziosi è fuori budget) devono ancora essere completati.
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