Basta appena un dettaglio per capire che è stata imboccata la settimana del derby di Milano. Ieri, a Milanello, con 24 ore di anticipo rispetto ai programmi, si sono presentati di ritorno dalle rispettive nazionali Maignan, Gabbia e Ricci. È stato interpretato dai più come una sorta di chiamata alle armi. La seconda buona notizia è arrivata dal taccuino quotidiano e cioè la presenza a pieno titolo di Rabiot, dopo oltre un mese di assenza, nel gruppo squadra. La sua non è stata una perdita qualunque specie se valutata in coppia con Pulisic: sono in qualche modo il braccio operativo e la mente offensiva di questo Milan che Allegri comincia a plasmare a propria immagine e somiglianza, cioè niente voli pindarici, grande solidità difensiva e feroce determinazione. Per cinque sfide di fila il conto pagato dai rossoneri è stato salato: qualche pareggio di troppo, tra Pisa e Parma, qualche tormento in più per l'attacco - causa la concomitante assenza di Gimenez - qualche gol di troppo subito a dimostrazione che spesso il cemento migliore, nel calcio, è garantito dalla diga di centrocampo.
Qualche numero e i pronostici delle agenzie di scommesse sono tutti contro il Milan: nel precedente torneo, il Milan arrivato ottavo, con Fonseca prima e poi con Conceiçao è riuscito nell'incredibile impresa di vincerne tre e pareggiarne due, senza mai perdere. Dev'essere per questo motivo che il successo rossonero è quotato addirittura a 4,25. Sarà per questo che Tare ha ripetuto il mantra di queste occasioni: "Il derby non si gioca, si vince". Il recupero di Pulisic è garantito. In discussione la salute di Rabiot che non può essere pronto per giocare subito, ad altissimo ritmo.
Per la prima volta, i riflettori invece di puntare su Leao, sono centrati sulle sagome di Modric e dello stesso Rabiot perché il confronto a centrocampo tra il croato e Calhanoglu, tra il francese e Barella, può offrire uno sbocco decisivo.