Il Milan sulle tracce del suo glorioso passato, la Lazio a tu per tu con Balotelli e l'Atalanta stritolata in un girone di acciaio tra Rooney e i francesi del Lione. È questa la sintesi del sorteggio italiano di Europa league che ripropone dopo anni il sestetto completo delle italiane e rimette all'ordine del giorno del calcio italiano la caccia al trofeo mai vinto in Italia con la nuova edizione (ultimo squillo targato 1999 in Russia dal Parma di Cannavaro, Crespo e soci).
Vale un posto fisso in Champions league, il vero valore aggiunto. Così come occorre ricordare che nell'ultima finale giunsero Ajax e Manchester United (con Ibra in stampelle però).
Il Milan può tornare a sognare viaggiando lungo rotte suggestive. A Vienna (Austria Vienna, si comincia il 14 settembre) per esempio giocò due finali (una vinta con il Benfica e una persa con l'Ajax) di Champions league e conquistò col Salisburgo una complicata qualificazione dopo la penalizzazione per lancio di bottiglietta. Ad Atene poi, contro l'Aek, cominciò plasticamente l'ultima cavalcata dell'armata di Ancelotti verso la settima Champions league nel 2006. Carlo fu buon profeta durante il girone di qualificazione. «Siamo venuti per fare le prove generali in vista della finale» dichiarò e molti di noi lo presero per matto. E invece tornò ad Atene, città sacra per i milanisti, e si prese la rivincita con il Liverpool. Tra austriaci, greci e croati, il girone D di Montella può essere considerato di modesta levatura. Guai, naturalmente, a sottovalutarlo come accadde all'Inter della passata edizione al cospetto degli israeliani del Beer Sheva: uscirono al primo turno tra fischi ed esonero di Frank de Boer e arrivo di Pioli. Nel curriculum i rossoneri - mai vinta l'ex coppa Uefa- hanno sempre superato il primo turno: così come avvenne anche nell'ultima Europa league con Ronaldinho in campo tra gli altri, mai però sono arrivati a traguardo (la finale si disputa a Lione in Francia).
Da segnalare il piglio della Lazio e del suo ds Tare che dinanzi alle sagome di Balotelli e Snejider, invece di arretrare è pronto alla suggestiva sfida. «Dobbiamo vincere il girone» è la sua sfida (si qualificano le prime due per girone che si aggiungeranno alle 8 discese dalla Champions per i sedicesimi del 2018) che non tiene conto delle esigenze di Simone Inzaghi ancora alla ricerca, legittima, di qualche rinforzo (in difesa e in attacco al posto di Keita).
Più dura la vita dell'Atalanta, partita dalla fascia numero tre, e finita tra i colossi di Rooney (Everton), i francesi del Lione e i ciprioti di Limassol. «È un girone tosto» deve ammettere il presidente Percassi che già detta la ritirata. «Dobbiamo puntare sul campionato».
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