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Milan, il ritorno con Pioli nell'habitat naturale. Ma senza il totem Ibra

Zlatan salta il Liverpool a scopo precauzionale. Il tecnico carica: "Non siamo in vacanza..."

Milan, il ritorno con Pioli nell'habitat naturale. Ma senza il totem Ibra

Dove eravamo rimasti? La data è questa: 11 marzo 2014, sette anni e qualche mese fa. Se la ricordano bene quelli del Milan viaggiando verso Liverpool per prepararsi a questo ritorno nell'habitat naturale (citazione di Adriano Galliani) della Champions league. L'ultima apparizione, guarda caso, proprio al cospetto dell'Atletico Madrid, con Seedorf allenatore e il famoso episodio dell'uovo al tegamino. 4 a 1 il crollo finale con quel gol di Kakà sull'1 a 1 che aprì il cuore alla speranza di un favoloso recupero. Altra epoca, altra proprietà (Fininvest), altro staff tecnico e altra rosa soprattutto bisogna aggiungere. Stasera, per la prima volta nel mitico tempio di Anfield (i due precedenti 2005 e 2007 furono entrambi finalissime di Champions, a Istanbul e ad Atene con opposti verdetti), si presenta il Milan di Elliott e di Maldini, di Pioli, capolista dopo tre turni, non di Ibra che è rimasto a casa, frenato da una infiammazione al tendine d'Achille (sinistro) che viene considerato - a taccuini chiusi - più una precauzione che un impedimento preoccupante, conseguenza del gran lavoro effettuato in estate per recuperare dopo la pulizia del ginocchio e della frazione di tempo giocata con la Lazio. Klopp, da lontano, ha una conoscenza perfetta della salute dello svedese. «Come dice lui i leoni non riposano a lungo» la frase a effetto del tecnico Reeds.

Così anche la sequenza della conferenza stampa è stata modificata e al posto di Zlatan, dato in recupero per domenica prossima a Torino contro la Juve, è arrivato Kjaer, pure lui al rientro dopo il riposo strategico con la Lazio, sostituito da un Romagnoli in grande spolvero. Il danese, perno della difesa, è stato didascalico sul conto di questo ritorno nella coppa dalle grandi orecchie: «Non siamo in vacanza, siamo cresciuti rispetto all'anno scorso, e i nuovi arrivi hanno alzato il livello». Così la pensa anche Pioli lesto nel far sapere che al posto di Ibra ci sarà una staffetta tra Rebic e Giroud appena recuperato dopo la settimana di sosta dovuta al covid. Anche Tonali, convocato, è rimasto ai bordi di Milanello ieri mattina ma per via di una indigestione, a Liverpool sarà in panchina perché Bennacer è pronto per cominciare dall'inizio al fianco di Kessiè.

Il girone con Atletico, Liverpool e Porto è di quelli che possono stritolare il bambino che è nella culla perché - diciamo la verità - è un Milan dai primi vagiti, popolato da giovani talenti che dentro quel catino assordante, possono anche perdere la tramontana. Perciò ci sarà bisogno dell'esperienza dei guerrieri tipo Kjaer appunto, tipo Rebic e Giroud oltre che delle vitamine dei nuovi milanisti cresciuti in questo incipit di stagione scandito da tre successi su tre che hanno lucidato i vecchi ottoni del club, tornati finalmente a brillare nella coppa che ha vinto già sette volte. Anche Klopp, che è sempre molto rispettoso di Sacchi («lui è un maestro») proprio come Pioli, è convinto d'aver il gruppo più forte e spiega: «Sarà vita dura nel girone perciò non possiamo perdere tempo». Ecco perché stasera, ad Anfield, ci sarà vento di tramontana.

Coprirsi bene, quelli del Milan.

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