La Juve fa ancora record con gli abbonamenti: ha già esaurito quelli più cari da 2.500 a 10.000 euro. Invece Galliani promette che rimborserà gli abbonamenti(finora sono circa 10mila) a chi lo vorrà. C'è qualcosa che non va, come il mondo fosse finito sottosopra. La Juve che, per anni, ha pianto sul pubblico micragnoso e snobista e il Milan che, per anni, ha adunato folle e abbonati oceanici a San Siro, hanno invertito l'emisfero tifoso. Forse non è lo specchio dei tempi, magari è lo specchio dell'evoluzione (dirigenziale) dei tempi. La Juve se la gode con il nuovo stadio, lo scudetto conquistato, le iniezioni di danaro per nuovi giocatori. Il Milan invece pensa al bilancio, il suo padrone è stanco di staccare assegni e, probabilmente, passione e fantasia si sono lasciate sopraffare.
Ma il caso Milan mette in guardia anche altre società. Ieri c'è stato un botta e risposta fra il Codacons, l'associazione dei consumatori, e il club. Tutti sanno che il Milan ha iniziato la campagna abbonamenti quando Thiago Silva e Ibrahimovic erano ancora a libro paga. Peggio: i due, insieme a Boateng, Ambrosini e Nocerino, comparivano nel manifesto che reclamizzava l'abbonamento con tanto di slogan ammiccante «Milan is all in», Milan, tutto sul piatto.
Vista la campagna vendite, Codacons e tifosi non l'hanno presa bene ed hanno lanciato l'accusa di pubblicità ingannevole. Cioè: noi abbiamo sottoscritto gli abbonamenti e voi avete venduto due giocatori su cui fondavate la reclame. Con minaccia di class action per farsi restituire i soldi. In altri tempi forse non sarebbe accaduto, ma oggi che i danari contano di più, e il Milan ha condotto un mercato non proprio chiaro nella dinamica (promesse non mantenute), delusione e scontento hanno superato le ragioni della fede rossonera. Domanda: se, per assurdo, il Milan avesse venduto i due giocatori a gennaio, gli abbonati avrebbero potuto ugualmente lamentarsi e reclamare un indennizzo? Risposta: nelle condizioni di abbonamento è escluso un diritto di recesso. Ma se si parte da certi presupposti le campagne abbonamenti dovrebbero cominciare solo a mercato chiuso. Nel 1992 i tifosi del Torino si sentirono raggirati per la vendita di Lentini al Milan, dopo le assicurazioni del presidente Borsano. Fu ravvisata malafede e nel '95 la Cassazione diede ragione a un tifoso.
Problemi per il futuro. Nel presente, invece, c'è stato il colpo di classe pensato da Galliani: mani alzate con dignitosa signorilità. E da qui le parole dell'amministratore delegato: «Il Milan è disponibile fin da subito a rimborsare gli abbonamenti sottoscritti da chi non è soddisfatto della campagna acquisti condotta dalla società». Più chiaro di così. La società, fra l'altro, sta analizzando gli aspetti legali, ma anche commerciali, dell'operazione e, ad inizio settimana, fornirà le indicazioni da seguire per il rimborso. Pensata talmente veloce (se l'aspettavano?) da lasciar tutti attoniti. Con tanto di applausi dal presidente del Codacons, l'avvocato Donzelli, che, in annata di magra, ha assegnato al dirigente il derby della correttezza. Aggiungendo: «Il Codacons si complimenta, Galliani ha vinto il derby della correttezza. Il Milan dimostra attenzione nei confronti dei consumatori. Tempo fa avevamo sottoposto la tesi anche all'Inter, ma da parte di Moratti non ci fu analoga sensibilità».
In pratica il Codacons vuol dimostrare che un tifoso ha diritto di recesso, se le stelle vengono vendute. «Ma è pur vero- sostiene l'avvocato Grassani, esperto di diritto sportivo- che la sostituzione di un tenore non da diritto al rimborso a teatro». Però la punzeccchiatura a Moratti vale a ricordare l'ottimismo regalato agli interisti l'anno passato. Risale al 17 agosto 2011 un titolo della Gazzetta dello sport.
Per par condicio va ricordato che, ceduto Ibra, l'Inter ha fatto Triplete. Una speranza per gli abbonati fedeli del Milan.
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