Ultim'ora
Milano, camion travolge e uccide mamma
Ultim'ora
Milano, camion travolge e uccide mamma

Il Milan sull'orlo del baratro appeso a Montolivo e al Faraone

Rossoneri sotto 2-0 a Palermo, poi entra Bojan e la squadra cambia faccia. El Shaarawy firma il gol del pari: è capocannoniere. Difesa ancora disastrosa

Un tempo per rischiare il naufragio definitivo e un tempo per portarsi in salvo. È quello che succede al Milan di ieri, dalla doppia vita per colpa, dichiarata, del suo allenatore Allegri che continua a fare il mago inventando un sistema di gioco per ogni partita, per ogni avversario. Tra la fine del primo e l'inizio del secondo tempo, il Palermo stordisce il rivale con l'uno-due che è capace di mandare ko chiunque, figurarsi il Milan di questi tempi, impaurito, ancora convalescente nonostante il successo col Genoa. Appena Allegri, tra l'intervallo e le successive mosse, ridisegna una squadra più razionale e anche più votata all'attacco, il Milan rimette fuori la testa dal pelo dell'acqua e per la prima volta nella stagione firma una significativa rimonta passando dallo 0 a 2 al 2 a 2. Rischia persino, nel finale, di vincere dinanzi a un Palermo spossato dalla fatica e a quel punto anche intimidito dal ritorno dei milanisti.

Così può venire fuori il secondo pareggio della stagione per i berlusconiani che possono godere del pericolo scampato e ripartire da un risultato che non è il massimo della vita ma un passaporto per un finale di settimana più tranquillo. Per scegliere i protagonisti della rimonta milanista bisogna ricorrere innanzitutto alla sagoma di Montolivo (suo il primo gol della stagione e inizio della rimonta al culmine di una prova maestosa) e poi a quello dello spagnolo della panchina, Bojan insomma, che fa vedere a Pato come si possa e si debba giocare nel Milan per meritarsi una maglia, uno stipendio, una fiducia. Il Palermo, lanciatissimo per quasi 50 minuti, alla fine deve festeggiare il pericoloso scampato e brindare al pareggio oltre che festeggiare un portiere molto attento.

Bastasse rimescolare le carte per rintracciare il Milan che fu, Allegri sarebbe un autentico professore. E invece il calcio non è un puzzle che si può scomporre e ricomporre secondo necessità. Perciò la trovata di ieri a Palermo (partire con un sistema di gioco diverso, 3-5-2 ripescando Flamini e Nocerino) non è una genialata ma un altro contributo al disorientamento collettivo che il Milan conferma puntualmente appena mette i tacchetti sul prato siciliano. Perché Flamini combina solo guai e dopo un tempo si allontana senza destare rimpianti, Abate procura sulla sirena del primo tempo il rigore discutibile con cui Miccoli mette un'altra tacca e Nocerino si distingue per un paio di tiri.

A parte il solito El Shaarawy, che si fa vivo anche di testa, il fantasma di Pato si aggira senza destare alcuna preoccupazione alla difesa palermitana rimasta subito senza Donati: inevitabile che ad avvio di ripresa, con il Milan sotto di due gol, si provveda alla sostituzione. Altro cambio con l'intervento di Emanuelson, Pazzini e Bojan a dar man forte al piccolo straordinario faraone ed ennesimo cambio di sistema di gioco: 4-2-4. E qui avviene davvero la scossa. In poco più di 20 minuti, nella ripresa, il Milan apparecchia almeno 3 occasioni da gol, sono squilli di tromba che annunciano l'arrivo della cavalleria rossonera. Emanuelson sfiora l'incrocio su punizione, Abate non trova El Shaarawy come col Genoa, Montolivo pesca il jolly su giocata fluida di Bojan. A quel punto anche se il Palermo è già scappato via, grazie a una partita molto rotonda, nel gioco e nelle occasioni propiziate nel primo tempo, resa simbolica oltre che dal rigore di Miccoli, dalla successiva stoccata di Brienza (nessuno che si azzardi ad andargli incontro per coprirgli lo specchio della porta) su cui Amelia non abbozza neanche una parata, può succedere di tutto.

Gasperini, che è uno sveglio, si attrezza a dovere: rinforza gli ormeggi in difesa, sfila Garcia per evitargli il secondo giallo, e punta le energie rimaste sul contropiede.

Ma nel Milan, lanciatissimo ormai alla ricerca del pari, c'è sempre in agguato El Shaarzawy e quando hai quel ragazzo ispirato e baciato dalla dea del calcio, può anche bastare un rinvio maldestro di Ujkani per trasformare un pallone che sta uscendo dall'area in un goloso sigillo del 2 a 2. Meritato. Meritatissimo anzi. Come le censure dedicate ad Allegri e alla sbrindellata difesa rossonera.

Commenti
Disclaimer
I commenti saranno accettati:
  • dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
  • sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.
Pubblica un commento
Non sono consentiti commenti che contengano termini violenti, discriminatori o che contravvengano alle elementari regole di netiquette. Qui le norme di comportamento per esteso.
Accedi
ilGiornale.it Logo Ricarica