Quella con la Lazio è diventata da anni una gara spartiacque per il Milan e, dopo aver sofferto per tutta la partita, nonostante il possesso palla a favore, ieri sera è riuscito a riequilibrarla con una prodezza di Suso quasi sui titoli di coda. Un'altra notte di sorrisi o quasi per la squadra di Montella che, pur ridotta ai minimi termini e quasi inerme per 70 minuti, si tiene agganciata al treno europeo, mettendo nel mirino proprio la Lazio che resta a tre punti. Il nono successo casalingo di Immobile e compagni sfuma proprio alla fine, dopo una gara dominata per numero di occasioni, sventate dai guantoni di Donnarumma e in generale poco precise. E i biancocelesti non riescono a sfatare il tabù delle partite con le big - mai una vittoria in questa stagione e addirittura un ko all'andata in una delle peggiori prestazioni dell'annata -, difetto ormai cronico per un gruppo che ha saputo stupire in altre circostanze.
Con otto assenti totali, era difficile ripetere l'impresa (definita gara epica dal tecnico) di Bologna dove i rossoneri avevano vinto in 9 contro 11. Anche se alla fine di impresa si è trattata pure ieri, visto che diverso era l'avversario, una Lazio più regolare nel cammino stagionale. Il bel finale del Milan con la punizione di Sosa deviata da Strakosha e il gol di Suso lascia guardare il bicchiere mezzo pieno, anche se per conquistare un posto in Europa servirà qualche cosa di più.
Di fronte ci sono due delle squadre (insieme all'Atalanta) con la rosa più giovane del campionato. Ma quello che arriva a Roma è un Milan rimaneggiato soprattutto in difesa con Montella che risolve il ballotaggio tra Bacca e Lapadula lasciando fuori entrambi, almeno all'inizio. Il tecnico rossonero disegna così un 4-2-3-1 dove Deulofeu e Ocampos si alternano nel ruolo di falso nove. La scelta non si rivela felice, visto che solo il francese riesce a concludere verso la porta di Strakosha (che all'ultimo momento sostituisce Marchetti, infortunatosi nel riscaldamento) grazie però a una palla persa da Basta. La partita dell'ex Genoa finisce dopo un'ora ma l'ingresso di Lapadula non cambia a lungo le carte in tavola. La Lazio mantiene sempre il controllo del match, lasciando uno sterile possesso palla ai rossoneri e ingaggia un lungo duello con Donnarumma (bravo su Keita e Parolo agli esordi della gara), anche se la maggior parte delle conclusioni sono centrali e facile preda dell'armadio rossonero. Il rigore su Immobile provocato più da Gomez che dal portiere (contestato dai rossoneri) e trasformato da Biglia, più preciso che contro il Crotone nell'ultima sua apparizione dagli undici metri, consegna un vantaggio legittimo alla squadra di Inzaghi. Che nella ripresa insiste in contropiede alla ricerca del gol della sicurezza, mentre il Milan fatica a tessere trame di gioco pericolose.
Ci si chiede allora se ci siano più meriti dei padroni di casa o demeriti del Milan e la
risposta arriva in un finale nel quale la Lazio getta via la vittoria. Il campanello d'allarme è la punizione di Sosa, il verdetto di parità lo sigla Suso, il calciatore sempre più insostituibile della truppa di Montella.
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